11/12/2010
Padre Vincenzo Barbieri.
L’uomo in bianco col megafono ci ha lasciato. Padre Vincenzo
Barbieri si è spento, a 79 anni. A Milano era conosciutissimo – tanto che nel
2005 gli è stata conferita la Civica Benemerenza – per un suo modo tutto
singolare di raccogliere fondi: vestito di una talare bianca, croce appesa al
petto, stava ogni sera davanti all’ingresso di teatri, fiere, eventi milanesi
di ogni tipo: «Un euro per aiutare un bambino», ripeteva instancabile al
megafono, per tutta la sera, tutte le sere.
Questa sua attività, portata avanti senza soste negli ultimi
20 anni, fruttava circa 300 mila euro l’anno, che si traducevano nel sostegno a
distanza di 1.000 bambini, in Africa e in Sud America, e in una miriade di
piccole attività di aiuto e beneficenza di missioni, gruppi, migranti stranieri
in Italia, singole famiglie in difficoltà sparse nei tanti Paesi del Sud del
mondo che visitava periodicamente. «Perché vado davanti ai teatri e ai
concerti? Perché chi ha speso 40 o 50 euro per un biglietto, mica potrà
rifiutarsi di darne uno a me per i miei bambini», era solito ripetere.
Tutti a Milano lo conoscevano per quella ostinata presenza,
per la tunica bianca, il barbone brizzolato e incolto, il vocione che
attraverso il megafono chiamava implacabile a un piccolo gesto di generosità. Pochi
invece lo conoscevano anche per l’altra quotidiana, altrettanto instancabile
attività: fondatore, poi direttore, infine presidente di Coopi, una delle più
grandi Organizzazioni non governative italiane.
Proprio così. Quello strano prete, che sembrava una
riedizione modernizzata delle dame della carità di una volta, in realtà è stato
l’animatore di uno dei gioielli della nostra cooperazione con i Paesi poveri. Una
Ong che oggi ha un bilancio annuale che supera i 35 milioni di euro, attiva con
63 collaboratori in Italia, 160 cooperanti espatriati, 1.340 operatori locali
nei Paesi del Sud del mondo. Coopi è presente in una trentina di Paesi poveri e
raggiunge circa 9 milioni di beneficiari.
Di certo Padre Barbieri non pensava di arrivare a tanto.
Allora, all’inizio degli anni ’60, non c’era nemmeno il concetto della
“cooperazione allo sviluppo”, né le agenzie umanitarie internazionali, tanto
meno le istituzioni che il nostro Paese si è dato per l’aiuto pubblico allo
sviluppo. C’erano, allora, solo i missionari. I non-religiosi che partivano non
avevano nemmeno un nome con cui definirsi. È stato uno dei “visionari”, uno dei
“padri” della cooperazione italiana che già allora avevano capito che anche i
laici, credenti oppure no, potevano partire, operare, lavorare, far crescere le
realtà più remote e povere del pianeta.
Padre Vincenzo Barbieri doveva partire missionario.
Invece fondò Coopi,
nel 1965, e per tutta la vita si è chiesto se come prete aveva fatto la cosa
giusta. Per tutta la vita si è risposto così: «Ho fatto il missionario da
Milano. Le mie gambe, le mie braccia, i miei occhi nei Paesi del Sud del mondo
sono state le centinaia di volontari e cooperanti di Coopi.
Da allora, l’Ong milanese ha raggiunto 50 paesi, realizzato 700
progetti di sviluppo ed emergenza, coinvolto 50.000 operatori locali, assicurato
un beneficio diretto a 60 milioni di persone.
In occasione del suo
79° compleanno, l’ultimo che ha festeggiato, ha mandato una lettera a tutti i
“suoi uomini” di Coopi. Ha scritto, fra l’altro: «Dovrò aspettare per conoscere
la “sentenza” di San Pietro su di me sino a quando giungerà il momento di
lasciare questo mio corpo su questa terra e – alleggerito – volarmene in alto e
scomparire fra le nubi con l'anima pronta a farsi giudicare per quanto di bene
e di male ho combinato nel corso di un bel mucchietto di anni».
Anche l’ultimo
pensiero è stato per i suoi piccoli sparsi per il mondo. Al momento di
“volarsene fra le nubi”, le ultime parole sono state per loro: «Mi raccomando»,
ha detto, «quegli 800 euro per i bambini…».
Luciano Scalettari