Io, volontaria in Kenya/4

Durante il suo mese di volontariato in Africa, nella missione di Ndthini, Cinzia Polino ha intervistato Suor Lucy, un’infermiera specializzata nel supporto psicologico alle donne.

13/10/2010
Suor Lucy nella missione delle Piccole Figlie di San Giuseppe a Ndhtini, a circa 250 km da Nairobi, in Kenya. È una religiosa specializzata nel supporto psicologico alle famiglie e alla donne africane.
Suor Lucy nella missione delle Piccole Figlie di San Giuseppe a Ndhtini, a circa 250 km da Nairobi, in Kenya. È una religiosa specializzata nel supporto psicologico alle famiglie e alla donne africane.

Suor Lucy è un’infermiera super specializzata. Ha anche seguito dei corsi in Italia. Ci racconta che il supporto psicologico alle donne è ormai un servizio erogato dal dispensario della missione. Purtroppo lei è per ora l’unica psicologa.

Perché le donne hanno bisogno di un servizio psicologico?
Le donne africane hanno sempre tanti problemi, soprattutto se hanno tanti figli. Spesso rimangono sole con otto, nove o più figli perché i mariti se ne vanno, e devono sfamare i bambini e non ce la fanno. E poi spesso questi mariti hanno altre donne con cui fanno altri figli, e le mogli legittime si sentono tradite, cadono in depressione.

Perché i mariti spesso vanno via di casa? Perché cercano altre donne?
Gli uomini africani molto spesso non hanno lavoro e allora preferiscono andarsene piuttosto che affrontare la responsabilità di vedere che non ce la fanno a pensare alla loro famiglia, ai figli. Vanno a cercare lavoro, e spesso non ritornano. Oppure semplicemente hanno altre donne perché un uomo africano pensa che “ha troppo amore” e deve darlo a più donne. Insomma tradisce la moglie. E le donne più fragili a volte sono così depresse che cercano di togliersi la vita. Ci è capitato qualche caso. A volte non mangiano più, anche perché non hanno cibo. Il lato psicologico della mancanza di cibo e o dell’impossibilità a crescere i propri figli non è da sottovalutare.

E tu cosa fai?
Le ascolto. Ci parlo. Facciamo delle interminabili chiacchierate, anche tutta la notte. Cerco di convincerle. Le ricovero. Cerco di farle mangiare bene, di farle ragionare. Punto su i figli. Ma spesso neppure l’argomento dei figli (molto importanti per una donna africana) è sufficiente. A volte è molto difficile. Ci vuole molta pazienza e tempo per convincerle a ritornare a casa. Molte non se ne vorrebbero andare più perché qui hanno qualcuno che pensa a loro.

Tu cosa pensi di questi uomini che lasciano le mogli?
Io penso che fanno male. Ma credo anche non sia facile per loro. Non hanno lavoro, non possono fare niente. In molti casi cominciano a bere. E succede che se la donna lavora deve dare i soldi al marito per comprare gli alcolici. E allora non serve a niente che lavori. Forse a volte è meglio che i mariti cattivi non ci siano.

Cinzia Polino
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