Un giorno per Agire

Finisce domani la campagna di raccolta fondi dell'Agenzia italiana risposta emergenze a favore della Siria. Ma le emergenze non hanno scadenza

Un giorno per Agire

24/09/2012

Siria, Libano, Giordania: rimandare non serve a niente. Se si vuole fare qualcosa di utile e concreto bisogna farlo ora. E quella di Agire, l'Agenziaitaliana risposta emergenze che riunisce 11 tra le più importanti organizzazioni non governative presenti in Italia (ActionAid, AMREF, CESVI, CISP, COOPI, GVC, Intersos, Oxfam, Sos Villaggi dei Bambini, Terre des Hommes e VIS), è una delle strade possibili, sicuramente una delle più autorevoli e "garantite". In particolare, c'è ancora un giorno di tempo per aderire all'appello lanciato a sostegno del popolo siriano, ormai inerme di front all'ondata di violenza che lo sta dilaniando senza che la Comunità internazionale abbia ancora preso posizioni determinate, se non a parole. L'ispettoria Medio Oriente dei Salesiani Don Bosco è la voce del Vis tra Aleppo e Damasco dove «continuano gli scontri. La carenza di carburante, elettricità, acqua, pane, gas, benzina e auto, oltre alle paralisi dei mercati e alla disoccupazione, si aggiunge alla mancanza di sicurezza e al caos. Le comunicazioni elettroniche sono diventate difficili. La situazione economica generale peggiora a vista d’occhio, a causa della chiusura di fabbriche e attività e della conseguente dilagante disoccupazione. Si è innescata la violenza, con omicidi, rapimenti, atti di vandalismo, saccheggi, incendio degli edifici governativi e impianti di pubblica utilità. Assistiamo ad un fenomeno senza precedenti in Siria, il rapimento di persone. Fortunato chi riesce a negoziare il riscatto. Inoltre, ci sono i blocchi stradali che diverse fazioni o individui hanno messo su quasi tutte le autostrade siriane. Questo rende ogni viaggio molto rischioso e ha creato uno stato di orrore, disgusto e grande incertezza».


 «La maggior parte degli sfollati interni ha cercato rifugio nelle città di Damasco e Aleppo, e nelle zone montagnose intorno a Homs e Hama, zona in cui hanno avuto inizio gli scontri. Gli sfollati sono stati ospitati in scuole e strutture pubbliche. Sono oltre 200mila i siriani in fuga registrati nei paesi confinanti (Turchia, Libano,Giordania, Iraq). I Salesiani stanno portando avanti attività di sostegno alle famiglie di sfollati nelle città di Damasco, Aleppo e Kafroun con particolare riguardo ai bambini e ai giovani. Molte scuole e strutture educative e ricreative di Aleppo e Damasco sono state utilizzate per accogliere gli sfollati provenienti dalle campagne e dai quartieri più colpiti dagli scontri. In queste strutture i bambini e i giovani portano avanti una vita basata sulla ricerca della sussistenza. Proprio a causa della situazione, le strutture dei Salesiane sono oggi adibite a spazi di accoglienza, gli scontri infatti impediscono ai consueti beneficiari, ai giovani scolari, di essere raggiunte. Oggi sono gli stessi salesiani e tutti i collaboratori laici a raggiungere gli sfollati. Non sono cessate comunque le attività di sostegno alle minoranze religiose, volte al loro sostentamento nella fase si emergenza e indirizzate a migliorare lo stato di insicurezza in cui versano le famiglie e ad evitare la loro fuga dal paese».

Alberto Picci
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