L'Swg e il pensiero degli italiani: più Vangelo, meno politica e finanza

06/03/2013

La scelta di Benedetto XVI ha posto la Chiesa in una situazione nuova rispetto al passato cogliendo di sorpresa tanto le strutture e le tradizioni vaticane, quanto la popolazione. Tra i fedeli italiani, la scelta del pontefice ha originato una varietà di emozioni che vanno dalla sorpresa, alla contrarietà, alla speranza. Per quanto non siano mancate le reazioni negative (tra tutte quella del sacerdote che ha bruciato l’immagine del papa), in generale il gesto di Benedetto XVI è stato colto con favore. Questo non perché fosse presente un sentimento negativo nei confronti del pontefice, quanto perché la sua scelta è stata vista dai fedeli come un gesto di apertura sul futuro, segno di un cambiamento che potrebbe segnare una nuova era per la Chiesa cattolica. Nell’indagine condotta da SWG per Famiglia Cristiana i due terzi degli intervistati hanno interpretato così la notizia delle “dimissioni” del pontefice: un segnale che nell’era dell’accesso anche la chiesa sta cambiando, con la speranza non celata che l’inevitabile mutamento sia occasione di una profonda innovazione.


La transizione dell’epoca moderna all’epoca digitale, infatti, ha reso palese anche tra i cattolici praticanti la necessità di un cambiamento di paradigma e di approccio che non riguarda i contenuti della proposta cristiana, ma le modalità di narrazione e di testimonianza. Non si tratta semplicemente di utilizzare il web o le app, ma di sapere comunicare il Vangelo con un linguaggio e un approccio diverso, che sappia interagire con le moderne comunità di uomini, figlie del profondo cambiamento antropologico in atto: il passaggio ad una chiesa di minoranza (secondo i dati rilevati i praticanti in Italia sono il 45% della popolazione e scendono al 30% nella fascia 18-24 anni), una formazione religiosa familiare molto più debole che in passato, il costante confronto con modelli culturali, morali, e religiosi differenti, la caduta delle appartenenze tradizionali e il prevalere dei modelli di connessione a legami deboli, i nuovi bisogni e i nuovi modelli di accesso, di lavoro, di organizzazione sociale e di partecipazione.

Abitare la modernità in maniera efficace, non richiede solo nuovi linguaggi, ma anche nuovi interpreti e per questo viene apprezzato molto il gesto di Benedetto XVI, vissuto come il segno dell’ineludibilità di un ricambio generazionale anche nel governo della Chiesa. Al nuovo papa viene dunque chiesto di essere interprete dei tempi e di accompagnare la Chiesa in questa fase di transizione, secondo un approccio che sappia restituire centralità ai valori fondamentali del vangelo, ad una carità accompagnata dalla giustizia, ad una chiesa unita e in dialogo con le altre religioni. Non si tratta di una richiesta di tornare al passato o di portare avanti una rivoluzione (le ipotesi di apertura al matrimonio dei preti e al sacerdozio femminile, ad esempio, sono scarsamente condivise), quanto più di procedere verso una “trasfigurazione” che ridia vigore e vita piena ad alcuni valori fondamentali, togliendo loro le incrostazioni del tempo e le macchie derivate da una frequentazione percepita come eccessiva dei territori della politica e della finanza. Questa richiesta di frattura con il passato passa anche dalla suggestione per un papa africano (espressa da un intervistato ogni sei) che è secondo nelle attese solo rispetto ad un papa italiano. Sul conclave che va ad aprirsi le attese sono molte. C’è la consapevolezza che stiamo vivendo una fase cruciale della storia, che richiede interpreti adeguati, capace di ridare speranza ai cristiani soprattutto in Europa dove da molti anni il numero dei credenti è in calo. Una speranza che passa dalla capacità di ricostruire una narrazione di Chiesa affascinante, libera, profondamente connessa con la vita quotidiana dei propri fedeli e capace di orientare le coscienze non sulla base di una appartenenza data una volta per tutte, ma di una scelta consapevole, confermata ogni giorno.

Riccardo Grassi, sociologo Swg

NOTA METODOLOGICA
I dati riportati si riferiscono a un'indagine quantitativa condotta mediante metodo CAWI su un campione di 800 maggiorenni residenti in Italia. Le interviste sono state effettuate tra il 15 e il 17 febbraio 2013.

A cura di Alberto Chiara
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