Don Sciortino e l'Italia al limite

Cinque anni di lettere a Famiglia Cristiana, analizzate e commentate dal direttore don Sciortino. Ne esce la protesta di un Paese in cui la misura è colma.

Colloqui col padre, colloqui con l'Italia

09/06/2011

Quando si dice che i cattolici sono rassegnati al silenzio nell’Italia di oggi, si dimentica che in questo Paese circola da ottant’anni giusti una rivista che si chiama Famiglia Cristiana. Da pochi giorni è in libreria un volume intitolato Il limite, edito da Laterza (pagine 224, euro 16), scritto dal direttore don Antonio Sciortino. In copertina il sottotitolo avverte: Etica e politica nelle lettere di Famiglia Cristiana.

Per questo non è esatto dire che è stato “scritto” da don Sciortino, perché in realtà gli autori sono molti, decine e decine di lettori della rivista che si sono rivolti a lui per ottenere qualcosa che può sfuggire a chi non conosce bene Famiglia Cristiana: non la pazienza di ascoltare una confessione, non un consiglio di psicologia spicciola, non la soddisfazione di uno sfogo personale, non l’eventuale condivisione di un giudizio etico o politico.

No, chi partecipa ai Colloqui col padre sa bene che si rivolge a qualcuno – un sacerdote che è anche un giornalista – e a qualcosa – un giornale – che non sono legati ad alcun interesse materiale, di nessun genere. Così come sa che la propria spinta a scrivere deriva da una lunga, lontana amicizia, una consuetudine al racconto della verità che arriva in casa ogni sette giorni con sincerità e senza pregiudizi.

Il libro è un resoconto sull’Italia di questi anni tormentati da problemi che vanno molto al di là delle questioni normalmente offerte dalle rubriche di “posta dei lettori” su tutti i media, nelle quali appaiono in gioco, in dimensioni quasi sempre strettamente personali, i sentimenti, gli interessi, le curiosità, le verità e le bellezze, ma anche le ipocrisie e le torbide, spesso tragiche oscurità della vita quotidiana di ciascuno.

Il limite è, invece, l’esposizione concreta e inevitabile della realtà del Paese così come viene raccontata e commentata da persone sconosciute fra loro, ma consapevoli di far parte di un “clan” (i lettori di Famiglia Cristiana) unito da ragioni morali e spirituali, nell’adesione corale ai princìpi del cristianesimo, primo fra tutti il convincimento, dato dalla Lettera a Diogneto, che «il cristiano abita nel mondo, ma non è del mondo». Il che, in parole povere, significa: non siamo disposti ad accettare in silenzio le regole di un sistema politico-sociale che della democrazia ha il nome, ma non la sostanza.

Il “racconto” di questa solitaria, ma insieme corale protesta dei cattolici è contenuto nelle lettere inviate alla rivista negli ultimi cinque anni, divise in sei capitoli secondo gli argomenti suggeriti dall’attualità: Dentro la crisi: l’economia e la dignità delle persone; “Ero straniero e mi avete ospitato”:l’Italia e gli immigrati; La Chiesa, la politica, il bene comune; Un Paese violento e in crisi di valori; Donne fra immagine e realtà; La misura è colma.

Cosa lega l’introduzione di don Sciortino alle lettere dei lettori? La risposta è semplice: argomenti, ragioni, spiegazioni del dissenso nei confronti della politica dominante sono proposti attraverso testimonianze di personalità note a tutti i livelli, quello ecclesiastico (a cominciare da molte citazioni degli ultimi Papi), quello politico, quello economico, quello culturale, quello mediatico. Messe insieme, le ragioni esposte nell’introduzione e quelle suggerite dai lettori sono legate fra loro, come scrive don Sciortino, «da un filo invisibile: la richiesta, ormai non più dilazionabile, di una maggiore etica nella vita privata e in quella pubblica.

Non è questione confessionale, che riguarda solo i cattolici. Tanto meno di moralismo a basso costo o a intermittenza. È necessità vitale per la società e il Paese. Senza, si affoga nella melma da cui fatichiamo a uscire. Anche la ripresa economica è strettamente connessa a quella etica. Come, a maggior ragione, una politica a dimensione umana, a servizio dei cittadini. La certezza del diritto è volano di sviluppo e crescita».

Insomma, élite e società confluiscono insieme in un discorso che a chi legge il libro appare come il succo del pensiero politico e sociale ispirato cristianamente nell’Italia contemporanea, nella quale i cattolici si sentono– e a ben vedere realmente sono – divisi e votati a un silenzio originato dalla fine di quello che per mezzo secolo è stato chiamato il“partito cattolico”.

Per non far torto a nessuno, non citeremo qui brani particolari di questo o quel partecipante ai Colloqui col padre, anche se – data la primigenia destinazione di Famiglia Cristiana “alle madri e alle figlie”, come volle il fondatore don Alberione nel 1931– ci ha particolarmente colpiti la drammatica “lettera aperta di suor Rita al ministro Carfagna” (a pagina 134) sulla condizione terribile delle donne straniere nel nostro Paese, sfruttate per la prostituzione, simbolo estremo della situazione in cui vive oggi in Italia buonaparte dell’immigrazione.

È solo un esempio, ma deve bastare, perché quello che, infine, ci preme osservare è che nel libro non si risparmia qualche critica a certi atteggiamenti di entità ecclesiastiche a volte non abbastanza sensibili a quanto morde nella coscienza di tanti fedeli, soprattutto rispetto a chi guida il Paese nei Palazzi.

Come si legge nell’introduzione, in un sondaggio on-line di Famiglia Cristiana, cui hanno partecipato 3.500 lettori, il 91 per centodei votanti ha definito “debole” la risposta della Chiesa a proposito di certe sconcezze e del “disagio morale” che provocano nella società. Un disagio che può (e deve) essere profetico, e a cui dà voce Famiglia Cristiana.

Beppe Del Colle

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Postato da andy di feo il 15/06/2011 18:18

carissimo direttore, innanzitutto tantissimi auguri per gli ottant'anni della nostra rivista, un vero punto di riferimento per i cattolici in questo paese. il mio augurio è che FC continui ad essere una voce vera e scomoda per i potenti di turno, proprio sull'insegnamento di Gesù, mettendo la verità al servizio dell'uomo. e proprio di verità c'è di bisogno in questo momento in cui l'informazione è molto distolta e in mano a gente che fa solo disinformazione. continuate così, viva FC!

Postato da RT57 il 11/06/2011 17:26

Caro direttore tantissimi di noi sanno che in questo Paese circola da ottant’anni giusti una rivista che si chiama Famiglia Cristiana che sta dalla parte della verità senza alcun compromesso con il potere deviato per esempio come quello attuale. Di questo siamo orgogliosi come cattolici che vivono la politica come dimensione di tutti i giorni. Per questo compriamo e leggiamo FC perchè fa parte di noi e sappiamo che se le nostre coscienze si offuscano trovano sempre pronta FC a ridestarle. Grazie dunque di tutto e AVANTI TUTTA come sempre.

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