Monsignor Giovanni Giudici, il ricordo di Pax Christi

19/04/2013

Sono trascorsi 20 anni dalla scomparsa di monsignor Antonio Bello, per tutti “don Tonino”, vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi e Presidente di Pax Christi Italia dal 1985 al 1993, anno della sua morte.

Monsignor Giovanni Giudici
, vescovo di Pavia e presidente di Pax Christi Italia ne sottolinea l'attualità: «Lo ricordo una sera invitato da noi in Lombardia a parlare del suo libro La finestra della speranza. Lo ricordo appassionato nella difesa della dignità di ogni persona e capace di pagare proprio lui stesso per questa passione mettendo tempo e energie. Ricordo di lui la capacità di esprimere in una maniera molto immediata e nello stesso tempo poetica i contenuti del suo messaggio. Una figura realmente maiuscola che negli anni è diventata ancor di più significativa perché i suoi scritti non perdono il vigore dei tempi in cui li scrisse e le sue impostazioni di proposta dei temi della pace, certamente scontando alcuni aspetti del tempo in cui li espresse, hanno una tale profondità che rimangono veri anche a 20 anni di distanza».

Sergio Paronetto, vice presidente di Pax Christi Italia: «Vorrei concentrarmi brevemente su un ricordo più intimo. Ciò che di lui leggo e medito mi arriva sempre col profumo della novità, col sapore della bontà, con l'odore del suo mare, con lo sguardo di tanti testimoni di pace a partire da Giovanni XXIII, di cui stiamo celebrando il 50° della “Pacem in terris”. Sento di vivere con lui un'amicizia spirituale che mi fa crescere, respirare ed espandere. Lo “vedo” operare dentro l'azione per il disarmo, il bene comune, la costruzione della famiglia umana, la vita ecclesiale, Pax Christi. Per don Tonino “la nonviolenza è una cultura ancora debole” ma “la pace è un'arte che si impara”: un itinerario formativo permanente che riguarda la ricerca della felicità attraverso la “convivialità delle differenze” che affonda le sue radici nel mistero trinitario: uguaglianza, differenza, relazione. Per questo siamo tutti uguali, tutti differenti, tutti in relazione. E ognuno può fare qualcosa».

«Questo forse ci manca: camminare insieme!», continua Sergio Paronetto «Risvegliare la fresca fiducia nella possibilità di cambiare; sentire la pace non solo come dovere ma come piacere di vivere assieme come membri della famiglia umana; praticarla non solo come lotta tenace, a volte troppo allarmata, ma come movimento di amicizia liberatrice, come impegno alimentato dalla sapienza del sorriso. Ce lo insegna il disegno di un bambino di Molfetta che lo immaginava in piedi su una barca a vela, in una mano la croce e nell’altra la fisarmonica. Quasi l'icona della sua passione nell’annunciare Cristo “nostra pace”, pronto a “mutare il lamento in danza” (Sal 29. Splendida la sua preghiera del 1982 (“La lampara”) da cui emerge una vita di fede (“la forza di osare di più, la gioia di prendere il largo”), di speranza (“spalancare la finestra del futuro, progettando insieme”) e di carità (“per chi ha fame e non ha pane e per chi ha pane e non ha fame”) che potrebbe costituire il manifesto sia del nostro itinerario associativo che del cammino ecclesiale».

Sergio Paronetto sottolinea inoltre le analogie con papa Francesco: «Sento molto stimolante la coincidenza tra l'elezione di papa Francesco e la memoria di don Tonino. Tra i due sono molte le vicinanze tematiche: una “Chiesa del grembiule” per la lavanda dei piedi; una comunità accogliente ma pronta a “uscire da sè”; la custodia del creato e della bellezza; la pace come dono e impegno; la spiritualità della gioia; la sobrietà e la gratuità; la tenerezza e la profezia. Don Tonino ci manca. Ma la sua assenza non può bruciare se alimentiamo il suo fuoco, il roveto ardente della pace. Sono convinto che non sia solo in mezzo a noi, ma davanti. E che ci stia venendo incontro incontro per osare assieme. Compagno di strada se ci mettiamo in marcia. Beati non perché pensiamo di essere arrivati ma perché stiamo partendo e camminando».

Mosaico di pace, l'organo di stampa di Pax Christi,  dedica il numero di maggio ai venti anni dalla scomparsa di don Tonino. Scrive sul suo sito web: «Venti di don Tonino Bello. Un numero speciale. Interamente dedicato a don Tonino Bello, per il ventesimo anniversario della sua morte. Venti anni e venti nuovi. Quelli di don Tonino Bello dalla sua Pasqua e quelli che noi auspichiamo con questo numero speciale che dedichiamo per intero a colui che ebbe l’intuizione di queste pagine come uno strumento di pace».

Dossier a cura di Alberto Chiara e Luciano Scalettari
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