07/05/2011
Papa Wojtyla in gondola a Venezia durante la sua visita del 1985.
Venezia e Mestre furono le tappe del 51mo viaggio italiano di Giovanni Paolo II. Il Papa andò anche a Vittorio Veneto, Riese e Treviso. Wojtyla arrivò a Venezia domenica 16 giugno 1985 in piazza San Marco e nella Basilica incontrò il clero e le religiose. Altri incontri avvennero con gli artisti del Teatro “La Fenice”, con il mondo della cultura all'Università Cà Foscari e con le detenute del carcere della “Giudecca”. Lunedì 17 giugno, dopo una tappa a Porto Marghera con i lavoratori e gli imprenditori veneti, raggiunse Mestre dove si incontrò con gli ammalati dell'Ospedale Umberto I e quindi con l'intera città. Il Papa ricordò innanzitutto i suoi tre predecessori che furono Patriarchi della città: Giuseppe Sarto (san Pio X), Giuseppe Roncalli, (beato Giovanni XXIII), Albino Luciani (Giovanni Paolo I). “Sento vicino a me, in mezzo a noi – dichiarò –, tre grandi figure di patriarchi, ai quali, per essere essi ascesi in questo secolo al soglio di Pietro, tutti noi guardiamo con un comune intendimento, che è pensiero, ricordo, ammirazione, riconoscenza, venerazione. E anche ispirazione”. In particolare la figura di san Pio X, di cui ricorreva il 150mo anniversario della nascita, fu al centro dell'omelia pronunciata in piazza San Marco. Giovanni Paolo II ricordò l'impegno di Pio X, definito “papa dell'Eucaristia”, per la pratica della comunione frequente e quotidiana, sottolineandone inoltre l'impegno per la pace alla vigilia della prima Guerra Mondiale. A Mestre affrontò i problemi del territorio, cioè rapida e a volte incontrollata industrializzazione, il terrorismo politico, disoccupazione e crisi. “Rifiutate l’egoismo e il consumismo: esso è idolatria ed è offesa contro chi è più povero e muore di fame”.
Ad Aquileia Giovanni Paolo II andò il 30 aprile 1992. Nei due discorsi Giovanni Paolo II ricordò la gloriosa eredità ecclesiale e missionaria dell'antico patriarcato, che giunse a comprendere 25 diocesi tra l'Alto-Adriatico e la Mitteleuropea: “Il contributo dei credenti è indispensabile per permettere all’Europa di ritrovare la sua identità e la sua unità”.
Alberto Bobbio