David Riondino.
Mettete che un bel giorno il ministero
della Cultura decida di lanciare
una campagna per alzare il livello
medio dei cabarettisti. Immaginate
poi che l’ispettore inviato dal ministero sia
David Riondino e che il comico ignorante da
istruire sia Dario Vergassola.
Considerate, infine,
che tema della lezione sia uno dei capolavori
dell’Ottocento, Madame Bovary di Gustave
Flaubert.
Quale sarà il risultato di Riondino
accompagna Vergassola a incontrare
Flaubert, se non un avvincente, divertente e
serrato duello sul campo della letteratura?
«Fu uno scrittore “popolare”, capace di affrontare
temi di comune interesse, di indagare
i sentimenti», dice Riondino a proposito
dell’autore che viene proposto nella collana
della Biblioteca universale cristiana con il numero di Famiglia Cristiana di questa settimana.
Già
bibliotecario alla Biblioteca nazionale di Firenze,
nato artisticamente con la generazione
dei cantautori degli anni Settanta, musicista
(ebbe l’onore di aprire i concerti di De André),
verseggiatore satirico con la passione
per la divulgazione, Riondino ha ripetuto
l’esperimento, sempre in compagnia di Vergassola,
con Don Chisciotte, Pinocchio, I promessi
sposi. Prova che la grande letteratura,
se declinata nelle forme adatte, può davvero
conquistare ogni tipo di pubblico.
E a darcene
una prova convincente e tangibile è proprio
Flaubert, con i suoi grandi romanzi. «La
forza della trama, il realismo con cui descrive
le relazioni fra i suoi personaggi, l’abilità nel restituire l’intimità e i chiaroscuri delle
situazioni fanno sì che il lettore resti
incantato, che si preoccupi per le involuzioni
emotive dei protagonisti, che
attenda con trepidazione l’esito degli
eventi», continua Riondino.
Accade
che l’autore stesso si identifichi nelle
sue creature – è celebre la frase di Flaubert secondo
cui «Madame Bovary c’est moi», Madame
Bovary sono io – e quindi «ogni lettore
può riconoscersi in esse».
Il capolavoro di Flaubert – materia troppo
ghiotta per non ingolosire il cinema, che infatti
ne ha tratto diverse versioni, con protagoniste
fra le altre Jennifer Jones (1949), Isabelle Huppert
(1991), mentre l’anno prossimo sarà Mia
Wasikowska a vestirne i panni – «racconta comela
protagonista venga conquistata da un sogno
che la allontani da una vita quotidiana percepita
come insostenibile e non soddisfacente.
È affascinata dall’altrove, da una felicità “esotica”,
dal desiderio di altri mondi. Chi non prova
desideri, profondi ma misconosciuti? Chi
non avverte, a volte, l’estraneità di chi gli
sta vicino?
Il bisogno di assoluto, la ricerca di
pienezza sentimentale, il diritto alla bellezza
sono insopprimibili, e il pubblico in tutto ciò
scopre sé stesso», conclude Riondino.
E proprio questi aneliti a una grandezza e
realizzazione spirituale sono i temi che il lettore
ritroverà nei Tre racconti allegati alla rivista in edicola e in parrocchia da giovedì 16 agosto.
I tre racconti di Gustave Flaubert, in edicola e in parrocchia da giovedì 16 agosto
Racconta e vinci il grande cinema di Chaplin
Utilizzando lo spazio commenti e senza superare le 1000 battute, rispondi a questa domanda:
«Nel racconto Un cuore semplice Flaubert descrive una domestica estremamente umile e buona al servizio di una donna difficile. Secondo voi, la semplicità è una virtù?»
Per ognuno dei 13 volumi della collana BUC - I narratori, "sfidiamo" i lettori a inviarci un loro racconto sul tema del libro della settimana.
La redazione di Famiglia Cristiana ogni settimana sceglierà il racconto migliore, che verrà premiato con un cofanetto di 13 Dvd con i grandi capolavori di Charlie Chaplin.
Pubblicato il 14 agosto 2012 - Commenti (2)