26/01/2011
Una tavola di Carlo Ambrosini, tratta da da 150° Storie d'Italia, San Paolo, Il Giornalino.
«Anno nuovo vita nuova, si ripete ogni volta, e questo ormai è diventato un modo di dire, a cui si dà poca o nessuna importanza. Eppure quella volta i milanesi furono di parola. Tutti d'accordo: a Capodanno del Quarantotto si ripromisero di non fumare più. Basta coi i sigari, basta con le pipe, basta con il macubino da annusare. Le sigarette a quei tempi non erano ancora state inventate: dovevano passare cinque anni, e scoppiare una guerra in Crimea perché nascesse l'abitudine "moderna" di avvolgere il tabacco nella carta. In Crimea volle il caso che si distribuisse ai soldati alleati, cioè inglesi, francesi, piemontesi e turchi (grandissimi fumatori, secondo il proverbio) una partita di tabacco sfuso, e siccome scarseggiavano, oltre ai viveri e ai medicinali, le pipe in dotazione alla truppa, questa seppe arrangiarsi e ricorrere alla carta. La carta non mancava, perché le dosi di polvere per i fucili ad avancarica stavano per l'appunto avvolte nella carta, e l'involtino era propriamente quel che si dice “cartuccia”. Noi continuiamo a chiamare così la munizione del fucile o della pistola, anche se per la verità la carta non c'entra affatto».
Così inizia Daghela avanti un passo!, l’ Antistoria del Risorgimento che Luciano Bianciardi scrisse nel 1969. Si dice che lo scrittore, scomparso nel 1971, a otto anni abbia letto I Mille di Giuseppe Bandi, storia della spedizione delle camicie rosse raccontata da una di loro, appassionandosi talmente a quel periodo della storia d’Italia da dedicarci molti dei suoi scritti, lungo una vita intera.
Caustico, ironico, spiritosamente amaro, Bianciardi considerava l'Unità d’Italia un miracolo “fatto male”, portatore di guai divenuti cronici. Ma certamente una conquista. Mi è tornato alla mente sfogliando i due volumi de 150° STORIE D’ITALIA A FUMETTI, allegati da questa settimana a il Giornalino e a Famiglia Cristiana a conclusione della collana “Sulle Rotte dell’Immaginario” curata da il Giornalino in collaborazione con il Museo Italiano del Fumetto e dell’Immagine di Lucca.
Tre storie in ogni volume, tutte di grandi maestri (un nome: Sergio Toppi), ambientate allora o ai nostri tempi, che riescono, grazie al linguaggio del fumetto, a essere epiche e divertenti allo stesso tempo. Leggete, per esempio, “Una gita scolastica” (testi di Francesco Artibani, disegni di Corrado Mastantuono e Giorgio Cavazzano). È la storia di una scolaresca che, in gita di classe a Roma, tra i viali del Gianicolo incontra un carrozzone di saltimbanchi che stanno per andare in scena con uno spettacolo sull’Unità. Due teppisti vogliono impedirlo, ma succede qualcosa di straordinario…
Ambrosini, Artibani, Milazzo, Toppi,
150° Storie d’Italia. Il lungo cammino, vol. 1
euro 9,90
Da questa settimana in edicola e in parrocchia con
il Giornalino e con
Famiglia Cristiana.
Mauro Broggi