08/08/2010
Il violinista Joshua Bell.
Joshua Bell, americano, 43 anni, è uno dei più grandi violinisti viventi e uno dei protagonisti del Tuscan Sun Festival (vedi Fc. 30/2010 e www.tuscansunfestival.com).
Maestro, come hanno scoperto i suoi genitori, psicologo e terapista, la sua passione per la musica?
Ho sempre fatto musica: anche se qualcuno l’avrebbe definita rumore! Mia madre racconta che io utilizzavo gli elastici che chiudevano il giornale del mattino: li legavo alle maniglie dei cassetti e cercavo di ottenere note differenti. I miei erano molto pazienti e amorevoli.
E la musica cosa rappresentava per lei?
Suonare è sempre stata una gioia ed una sfida. Amo tutte le sfide.
Era un bambino prodigio?
Ho avuto una vita familiare normale con i miei genitori e mia sorella. Hanno cercato di proteggermi affinché non mi esponessi ai riflettori del successo troppo presto.
La musica è importante per un bambino?
Assolutamente. Fa lavorare il cervello. Ci sono anche altri sistemi: ma il ritmo, melodia, tempo, sono tutti fondamentali per aprire la mente di un giovane.
E del suo debutto con Riccardo Muti a Philadelphia quando aveva 14 anni cosa ricorda?
Ero terrorizzato!
Oggi siete musicisti a 360°. Anche grazie a Internet…
Internet rappresenta opportunità che non avremmo mai immaginato. Amo tutto ciò che riguarda l’informatica, e sono molto favorevole ad un uso intelligente di Internet.
Perché ha suonato nella metropolitana di New York, in incognito?
Perché anche quella era una sfida!
Sono tanti i fans che la seguono sul suo sito, www.joshuabell.com?
Mi hanno detto che sono tantissimi. Certo, è un po’ strano sapere di essere diventato un desktop per qualcuno.
E delle sue esibizioni al Tuscan Festival, con Sting e da solo, cosa ci racconta?
Ho lavorato con Sting, prima del mio ultimo album e sono felice di ritrovarlo nello spettacolo Twin Spirits (dedicato a Robert e Clara Schumann, n.d.r.): è un lavoro interessante. Inoltre, non vedo l'ora di suonare Beethoven con il mio amico Steven Isserlis.
Giorgio Vitali