15/02/2012
C’è anche l’altro lato della medaglia. Piccole società di nicchia che grazie alla ricerca e all’innovazione sono diventati poli di eccellenza, ma che faticano a trovare giovani con la preparazione e la voglia di investire in nuove attività. E’ quello di cui si lamenta Massimo Balducci della società Cotemi, gruppo con sede in Umbria, a soli 4 chilometri da Assisi, che converte veicoli nuovi e usati in versione elettrica: «Sul nostro territorio il 50% della popolazione è costituito da pensionati e dipendenti pubblici. Per noi è praticamente impossibile trovare ragazzi con una solida preparazione scolastica e con l’entusiasmo giusto per lavorare in questo settore. Per portare avanti le innovazioni tecnologiche è invece necessario fare impresa e proprio ieri a Bergamo abbiamo stipulato un accordo come reti di impresa con altre aziende, dalle diverse specializzazioni, tutte incentrate sui veicoli elettrici e la loro componentistica».
Il portale Backtowork diventa così un ulteriore strumento di contatto tra persone e imprese con le stesse finalità: «Abbiamo sempre seguito alcuni principi etici, come l’attenzione all’ambiente e all’ecologia – continua Balducci – e vorremmo lavorare con persone che abbiano le stesse finalità. Attualmente collaboriamo con un gruppo di giovani ingegneri soci della società Prive (Progettazione, realizzazione, ingegnerizzazione veicoli elettrici) e proprio questi principi comuni ci spingono a migliorare sempre di più».
Frutto di questa collaborazione è stato un innovativo escavatore convertito in elettrico prodotto per l’Hitachi, un prodotto unico in Europa ribattezzato Zu 22 Volterra. Ma tra i “convertiti” all’elettrico c’è anche una Smart Roadster, presentata lo scorso dicembre al Motorshow di Bologna, e un minidumper cingolato utile per le aziende agricole e florovivaistice. «Di recente abbiamo stretto una collaborazione con l’Università La Sapienza per portare avanti alcuni progetti di conversioni veicoli particolari ed accattivanti per diversi impieghi,dal turistico naturalistico al privato».
Eleonora Della Ratta