Per un fisco a misura di famiglia

Il FattoreFamiglia è una riforma innovativa che prevede un “fisco“ capace di misurarsi con i problemi reali e di ripartire le tasse in modo più equo

Una colpevole dimenticanza

01/02/2011

Tuttavia un’altra dimensione di iniquità è salita con forza alla ribalta, in particolare negli ultimi mesi dello scorso anno, anche grazie alla Conferenza sulla Famiglia organizzata dal Governo a Milano dall’ 8 al 10 novembre 2010, dopo lunghi anni di colpevole dimenticanza e negligenza: l’equità familiare. Di fatto il nostro sistema fiscale, nel corso degli anni, ha progressivamente dimenticato che la «capacità contributiva» del contribuente dipende dalla dimensione familiare, vale a dire dal numero di persone che devono essere mantenute dalla ricchezza di un percettore di reddito. In concreto, se una famiglia di due persone dispone di un reddito di 50 mila euro, la sua “capacità contributiva” (la ricchezza da tassare) è ovviamente molto più alta di una famiglia che dispone sempre di 50 mila euro, ma è composta da 5 persone; invece nel nostro sistema la differenza di tasse da pagare tra queste due famiglie è praticamente risibile, mentre in molti altri Paesi la famiglia “fa realmente la differenza” sulle tasse da pagare. Per questo il Forum delle associazioni familiari da anni chiede “un fisco a misura di famiglia”, con proposte di legge, emendamenti, interventi nel dibattito sulle leggi finanziarie che si sono succedute negli anni, fino alla raccolta di oltre un milione di firme, nel 2008, consegnate al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione della Giornata Internazionale della Famiglia, il 15 maggio, trasmesse ai Presidenti delle Camere in attesa dell’insediamento del Governo e oggi custodite probabilmente in qualcuno dei capienti “cassetti di scrivania” della nostra politica nazionale, dove troppo spesso vengono infilate (e dimenticate) le legittime richieste del popolo italiano.
La richiesta di un fisco a misura di famiglia è quindi una richiesta di equità, non di privilegi o di sostegni assistenziali; essa intende attuare il dettato costituzionale, non come “costo aggiuntivo” per la finanza pubblica, ma come “investimento” per il rilancio del Paese, soprattutto in questa difficile e perdurante crisi. Agire tramite la leva fiscale sul sostegno alle famiglie con figli certamente restituisce capacità di spesa e di consumo a chi da troppi anni ha visto compresse le proprie esigenze; il fatto che oltre il 40% delle famiglie con tre figli e più viva sotto la soglia di povertà (dati Istat 2008), oltre a essere inaccettabile in un Paese che pretende di essere tra le economie più avanzate a livello mondiale, segnala anche che restituire potere di acquisto a queste famiglie si tradurrebbe immediatamente in nuovi consumi, in nuove spese, e quindi in nuova occupazione, in nuove opportunità di impresa, potenziando e rafforzando la ripresa economica e lo sviluppo dei settori economici che forniscono servizi e prodotti al consumo familiare. Quindi nuova ricchezza, nuove tasse, nuovo lavoro: un affare per tutti. Anche per questo le pur legittime preoccupazioni sui costi di una manovra fiscale a favore delle famiglie non possono bloccare l’urgenza di una decisione a questo riguardo. Per tale motivo nell’autunno 2010 il Forum delle associazioni familiari, dopo lunghi mesi di elaborazione e di discussione al proprio interno, ha lanciato una nuova proposta di riforma del fisco “a misura di famiglia”, sinteticamente definito FattoreFamiglia, che ha già raccolto numerosi consensi e grande attenzione nel mondo della politica, dei media, degli esperti (vedi la proposta completa sul sito www.forumfamiglie.org). Questo nuovo modello, costruito in continuità con quanto il Forum ha già progettato e proposto negli anni scorsi, ha intercettato il dibattito politico e tecnico sulla riforma del fisco, spesso cristallizzatosi sulla formula “quoziente familiare”, per proporre un meccanismo innovativo che supera le obiezioni a tale modello, e che finalmente consente di riconoscere i carichi familiari come elemento decisivo nel determinare l’imposizione fiscale. In breve, il FattoreFamiglia si propone di realizzare finalmente l’equità fiscale a misura di famiglia, gravemente tradita dai meccanismi del prelievo fiscale oggi operanti. Ripartire dal FattoreFamiglia può offrire alla politica del nostro Paese un’opportunità di dibattito e di azione che non sia subito intrappolata nello scontro ideologico tra partiti e schieramenti, ma che consenta finalmente di trovare un tema condiviso di interesse nazionale. Governo, partiti, parlamentari di tutti gli schieramenti potrebbero ritrovare attorno all’equità fiscale per le famiglie con figli un contenuto su cui discutere “per il bene comune”, senza pregiudizi, steccati preconfezionati, scontri personali. Ed è sotto gli occhi di tutti quanto ci sia bisogno, nel nostro Paese, di un colpo d’ala, di trovare temi e scelte generali che ci facciano uscire dalla palude, verso nuove strategie.

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