14/05/2011
Don Zeno Saltini
Nomadelfia, che dal greco significa Dove la fraternità è legge, è stata fondata dal sacerdote di origini modenesi don Zeno Saltini, nato a Fossoli di Carpi (Mo) il 30 agosto 1900. La data di fondazione può farsi risalire al 1931, quando don Zeno celebra la sua prima Messa nel duomo di Carpi e all'altare, come diventerà consuetudine negli anni seguenti, prende come figlio un ragazzo di 17 anni appena uscito dal carcere di nome Danilo. Il desiderio del giovane Zeno - che fin da giovane sente le ingiustizie sociali e le incoerenze dei cristiani come contrarie al Vangelo e quindi con una vita precente all'entrata in seminario molto impegnata nell'associazionismo cattolico e segnata da una laurea in legge - è quello di cambiare civiltà e, a partire dal 1941 con Irene, la prima "mamma di vocazione", accoglie prima a Fossoli e poi, dal 1952 a Nomadelfia (Grosseto), in un terreno donato all'Opera Piccoli Apostoli (così si chiamò all'inizio l'opera) da Maria Giovanna Albertoni Pirelli, bambini e ragazzi abbandonati a seguito della guerra e di situazioni familiari disagiate.
Nomadelfia, che vedrà il fondatore costretto nel 1953 a chiedere al Papa la laicizzazione Pro Gratia anche a causa dei grossi debiti contratti, crescerà in maniera esponenziale nei decenni seguenti e conta oggi 270 membri. Per lo Stato è un'associazione civile, per la Chiesa una parrocchia e un'associazione privata tra fedeli. A Nomadelfia non circola denaro, ognuno fornisce il suo apporto alla vita della comunità e utilizza solo i beni necessari al suo sostentamento e a quello della sua famiglia.
Stefano Stimamiglio
Dossier a cura di Maria Gallelli e Stefano Stimamiglio