La Chiesa e le coppie in crisi

Separati e divorziati che vogliono mantenere un rapporto con la Chiesa e con i sacramenti si trovano spesso a disagio. Un dialogo che cresce. La pastorale nelle diocesi.

La pastorale per divorziati in quaranta diocesi

29/07/2011

«La Chiesa italiana è attenta ai separatie ai divorziati». Don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio Famiglia della Conferenza episcopale italiana, viene dal convegno di Salsomaggiore su questo tema e mostra moderata soddisfazione per quanto si fa nelle diocesi per le persone reduci da fallimenti matrimoniali.

     Molto resta però da fare: «La nostra pastorale è oggi troppo“sacramentalizzata”», commenta il sacerdote. «Si sente l’esigenza di orientarsi sempre più all’annuncio soprattutto verso chi vive la fatica di una separazione». Sono una quarantina le diocesi che propongono incontri per i divorziati, una pastorale organizzata solitamente in piccoli gruppi condotti in équipe da sacerdoti, coppie sposate, psicologi e, sempre più frequentemente, da altre persone in situazione “irregolare”. Una pastorale che, per la delicatezza della materia, richiede particolari cure.

     «La prima cosa da fare è sensibilizzare i sacerdoti, che si trovano di fronte a un fenomeno montante», confida don Gianni Ballardini, responsabiledell’Ufficio famiglia della diocesi di Verona, già da tempo attiva nella conduzione di gruppi di confronto e preghiera di divorziati risposati. «Di solito non ci si ritrova mai in parrocchia, perché è il luogo in cui le persone hanno detto un “sì” che non ha retto alla prova del tempo». A Padova don Cristiano Arduini, direttore del locale Ufficio Famiglia, descrive un cammino annuale in cinque incontri. Ci si trova la domenica pomeriggio in una casa di spiritualità sui Colli Euganei. «Un’esperienza nata dal disagio che vivevano alcuni sacerdoti verso i genitori divorziati e risposati di ragazzi del catechismo», precisa don Cristiano. Finora 110 persone hanno trovato lì una nuova dimensione di fede. La diocesi di Bergamo, che in questo campo è stata un apripista, dal 1997 con il gruppo La casa offre un accogliente spazio di consulenzae di ascolto e organizza numerosi incontri in diocesi. L’esperienza è raccontatanel libro di don Eugenio Zanetti, responsabile della struttura, dal titolo Dopo l’inverno (Àncora).

     In altre piccole diocesi, da Nord a Sud, si stanno muovendo solo ora i primi passi: da Volterra a Pisa, da Nicosia ad Aosta, da Fano a Ravenna, dove in realtà si è partiti lo scorso marzo con la benedizione del vescovo locale. Anche Cosenza e Alessandria stanno scaldando i motori per partire. «A Cuneo esiste un’esperienza di accompagnamento che raccoglie persone provenienti da diverse diocesi limitrofe», racconta PaoloTassinari, dell’Ufficio Famiglia diocesano. Luca Carando parla dell’esistenza da anni di numerosi incontri di preghiera a Torino e in altre diocesi piemontesi. E non solo, altre si sono mosse da tempo: Modena, Albano, con incontri bimestrali di spiritualità e formazione; Pistoia e Pescia, che insieme propongono incontri mensili organizzati in sei moduli; Treviso e Palermo, che offrono un accompagnamento per chi, separato o divorziato, ha deciso di rimanere fedele al suo matrimonio; e Pescara, che segue oltre 200 persone.

     Anche i movimenti non stanno aguardare: è il caso, fra gli altri, dei Focolarini (www.famiglienuove.org) e dell’ÉquipesNotre-Dame (e-mail: frdlel@tin.it). Ma esiste anche chi, come don Aldo Mei, parroco della cattedrale di Fabriano, offre prossimità alle persone che non possono comunicarsiinvitandole pubblicamente, prima dellabenedizione finale della Messa domenicale, alla comunione spirituale.

     Infine, le grandi città: a Milano l’Ufficio Famiglia ha un’équipe numerosa coordinata dai coniugi Biagio e Marina Savaré: «Stiamo lavorano su questi temi dal 1994 con una decina di spazi di incontro che accolgono a oggi circa 300 persone con un cammino triennale». A Roma ci sono tre centri di prima accoglienza e ascolto, ma si sta investendo molto anche sulla formazione e informazione degli operatori e dei parroci, a cui è stato inviatoun sussidio, utile prontuario per potersi orientare.

    Gli argomenti trattati negli incontrisono quelli più urgenti per chi vive la separazione: giuridici, canonici, spirituali, psicologici ed ecclesiali. Con un unico scopo: avvicinare umanamente le persone e offrire loro un percorso di fede. Le proposte, come si vede, si moltiplicano. Occorre solo gettare il cuore oltre l’ostacolo, vincere la paura di sentirsi “diversi” o esclusi e digitare il numero dell’Ufficio Famiglia della propria diocesi per avere informazioni sulle iniziative locali.

Stefano Stimamiglio
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