05/05/2013
Una mattina a scuola. Alessandra, 9 anni, una vivace bambina che frequenta la IV elementare, uscendo dall'automobile dice con decisione alla mamma e al papà: «Da domani, a scuola ci vado da sola!». A questa affermazione, Claudio e Silvia, i genitori, restano basiti. Non se l'aspettavano. E, soprattutto, non sanno cosa rispondere. Biascicano un poco convincente «Vedremo». Prendono tempo. Sono confusi. La loro piccola non vuole più essere accompagnata. Perché? Non ha ancora l'età per pretendere tanta autonomia. O forse si. Sta crescendo e non se ne sono accorti? Non allarmiamoci.
La richiesta di Alessandra è più che salutare. La crescita di ogni bambino e bambina, accanto alle gioie e soddisfazioni che regala, comporta anche l'attraversamento e il superamento di alcune tappe decisive. Proprio come quella nella quale Alessandra (e più o meno tutti i piccoli tra i 9 e i 12 anni) si sta incamminando: chiedere una maggiore autonomia per iniziare a svolgere piccoli impegni da sola.
Che fare, allora? Lasciare andare o trattenere? Quanto spazio concedere, quanta fiducia e quante e quali regole? «Sono queste le domande che, giustamente, iniziano ad assillare i genitori», spiega Margherita Lanz, ricercatrice presso il Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia" dell'Università Cattolica di Milano, e autrice del volume Mi fido di te. Favorire l'autonomia dei nostri figli (San Paolo, 2012, Euro 8, 00). Eppure, va ricordato che «per poter crescere, i bambini devono potersi sperimentare in ambiti esterni al contesto familiare sentendo che i propri genitori si fidano di loro». Il sapersi amati e protetti (ma non soffocati da attenzioni eccessive), infatti, incoraggia i bambini a esplorare autonomamente l'ambiente che li circonda, a compiere perlustrazioni stimolanti, nella certezza che, in caso di difficoltà, potranno "ritornare" alla base.
«Il difficile compito dei genitori», prosegue la Lanz, «consiste nel creare equilibrio tra il “lasciare spazio” da una parte, e l'essere presente e il sostenere dall'altra.
Permettere ai bambini e ai ragazzi di poter sperimentare da soli
piccole o brevi esperienze significa contribuire in modo significativo
alla formazione della loro autostima». In sostanza, si è disposti a
lasciare andare il proprio figlio solo se ci si fida di lui. Attraverso
la fiducia che sperimentano con i genitori, quindi, «i bambini diventano
ragazzi e poi pienamente adulti».
Ma, in questa fase dello sviluppo, tra infanzia e adolescenza, è la fiducia che viene messa duramente alla prova «perché vi sono profondi cambiamenti che si iniziano ad affrontare». Un ruolo strategico è sicuramente svolto dalla coppia dei genitori.
«Entrambi», conclude la ricercatrice, «potranno essere sia argine ai
continui cambiamenti vissuti dai figli, sia sostegno per acquisire
l'autonomia. Sono loro a sorvegliare attentamente il percorso di
maturazione, sempre pronti a mostrare fiducia».
Simone Bruno
Orsola Vetri