02/10/2012
«I miei nonni sono buoni e accoglienti. Mi vogliono bene e mi insegnano sempre qualcosa». Quanti nipoti, tra piccoli e grandi, lo hanno pensato e lo pensano ancora. Per loro, basta tuffarsi tra i ricordi e rivivere le passeggiate al parco della domenica pomeriggio, le grandi festività o, semplicemente, il momento quotidiano dopo la scuola, quando i genitori sono ancora a lavoro. Attenzioni speciali, scoperte, giochi, pazienza e, soprattutto, tanto affetto. Chi, allora, può negare di portarli nel cuore?
Ad apprezzare sotto una luce nuova il ruolo e il valore della loro presenza in famiglia, si impegnano da anni le scienze sociali e le associazioni di settore. Ma non solo. Anche tutti coloro che hanno compreso quanto, effettivamente, i nonni si spendono senza misura per il bene dei loro figli e nipoti. In silenzio, oltrepassando la necessità di fare grandi proclami. Per sintonizzarsi con questo “silenzioso” modo di procedere e per tentare di renderlo meno scontato, pare nascere il sito “www.noinonni.it”.
«Io ho sempre pensato che i genitori crescano con i figli», spiega Annalisa Pomilio, creatrice e curatrice di questo originale e innovativo sito. Non ancora nonna, è affascinata dal modo in cui si avvicendano gli affetti tra le diverse generazioni: «Si tratta di una parabola che ho verificato su me stessa: giovane madre, innamorata dei figli, guardavo con tenerezza tutti gli altri bambini. Madre di figli adolescenti, immersa in altri problemi, li osservavo con uno sguardo decisamente più distaccato. Ora che i miei figli sono nell’età in cui potrebbero diventare genitori, torno a guardare i bebè con rinnovata tenerezza: sono pronta a diventare nonna!».
Ma, a parte questa considerazione personale, che ha avuto il suo peso nella nascita del sito, le ragioni che hanno spinto la Pomilio a creare il sito sono state anche altre: «Il rendermi conto che esistono tanti siti per le mamme, mentre non ce n’è quasi nessuno per i nonni; la consapevolezza che è si è affacciata alla “nonnità” una generazione che sta ridefinendo le caratteristiche tradizionalmente collegate alla terza età, e che è ben decisa a vivere da protagonista anche questa fase della vita. La convinzione, inoltre, che i nonni di oggi (i più giovani, quelli tra i 55 e i 70 anni) hanno maturato nel corso della loro vita lavorativa una confidenza con i nuovi mezzi di comunicazione (internet, social network…) che li accompagnerà anche negli anni a venire». Senza trascurare che, a sorreggerla in questa avventura, ha il suo ruolo anche l’esperienza professionale, sempre orientata al contatto con i bambini: «Come mamma, come insegnante, come giornalista e autrice di libri, come editor di tanti libri per ragazzi».
A fronte di questo entusiasmo, non si può negare la curiosità successiva: cosa offre, in concreto, questo sito? «L’idea da cui sono partita è stata quella di creare un sito di servizio», precisa la curatrice. «Un sito in cui i nonni potessero trovare tanti materiali per stare con i nipoti, ma anche parlare di se stessi e della loro esperienza».
Il sito propone due nuclei tematici, dai quali partono le diverse sezioni: «Da un lato il “fare insieme”: giochi, fiabe, filastrocche, lavoretti da realizzare con i piccoli, schede didattiche per aiutarli nei compiti, suggerimenti per letture o per gite e viaggi. Dall’altro il “riflettere sull’essere nonni”: come cambiano i rapporti con i figli, quando questi diventano genitori?; in che modo si può definire il ruolo educativo dei nonni?; quali sono i valori e le esperienze che i nonni sono chiamati a trasmettere?; come fare a non prevaricare le scelte educative di fondo dei genitori, anche quando non coincidono con la visione della vita dei nonni?». Successivamente, a questi due nuclei se ne è aggiunto un altro, il “parliamo di noi”, nato da sollecitazioni di lettori che proponevano riflessioni sulla fase di vita che i nonni si trovano a vivere.
Un sito composito, dunque, attento a tenere unite le generazioni tra loro. Missione non certo facile. «Si tratta di rapporti variegati e complessi», prosegue la Pompilio. «In generale, però, i nonni rappresentano ancora i depositari della memoria: sono quelli che raccontano le storie di famiglia, tessendo così quei fili che, oggi come ieri, delineano l’appartenenza a una tradizione e a un sistema di valori condivisi. E oggi svolgono anche una funzione di “supplenza”, importantissima dal punto di vista sociale. Sono loro, quasi sempre, a garantire alle mamme la possibilità di lavorare, prendendosi cura dei nipotini, sia in età prescolare sia quando vanno a scuola (seguendoli nei compiti e nelle attività pomeridiane…)».
Un ruolo importante, ma non sempre privo di attriti: «Sono soprattutto le nonne paterne a lamentare di essere messe da parte, di essere “nonne di serie B”, come vuole una tradizione difficile a morire. Quando si creano difficoltà e incomprensioni, le responsabilità non sono soltanto a carico dei figli/genitori. I nonni devono imparare a rispettare le loro scelte educative: spetta ai genitori la responsabilità di educare i bambini, e i nonni devono fare un passo indietro». Salvo poi a scoprire che è un’occasione unica, perché permette di vivere con i nipoti rapporti privilegiati, fatti di complicità e di condivisione, di momenti magici e intensi.
Simone Bruno
Orsola Vetri e Simone Bruno