22/09/2012
Ho pensato lungamente in questi giorni alla situazione economica dell’Italia e, per molti versi, mi sembra di essere ritornato alle mie riflessioni di un anno fa. Siamo arrivati al momento della crescita economica e, come al solito, il problema è sempre lo stesso: la disponibilità finanziaria che non c’è. Uno degli elementi essenziali per la crescita, lo ha detto anche il Premier, è la diminuzione delle tasse. Le recenti proposte dei ministri Passera e Fornero vanno, se pur con cautela, in tale direzione e certo sono interventi auspicabili anche se possono considerarsi appena un primo passo. Le grandi opere, che molti auspicano per l’incremento dell’economia, finora, in genere, non sono state completate ed hanno visto una incredibile lievitazione dei costi; forse sarebbe auspicabile puntare sullo sviluppo delle piccole e medie imprese, da sempre ossatura della nostra economia.
Sembrerebbe, in verità, che per incentivare la crescita economica secondo le proposte Fornero-Passera siano sufficienti, almeno all’inizio, soltanto pochi miliardi di euro e tuttavia, malgrado i vari tagli alla spesa effettuati, non si riescono comunque a trovare i fondi necessari; ci affidiamo per questo anche alla competenza del Ministro Grilli che sta predisponendo, fra l’altro, un piano di dismissione dei beni dello Stato. È comunque ormai chiaro che la crescita non si ottiene né sovvenzionando le industrie private con soldi pubblici erogati sotto le più svariate forme, né assumendo personale negli apparati dello Stato che anzi andrebbe sfoltito.
Non ci dimentichiamo poi dei 2000 miliardi di euro di debito pubblico che gravano sulle spalle degli Italiani ed essenzialmente dei nostri giovani, condizionandone pesantemente il futuro. Credo che il Governo Monti abbia già messo in cantiere la gran parte degli interventi che un Governo “risanatore” può ragionevolmente disporre per contenere una crisi economica, però non basta! Sarebbero stati forse interventi sufficienti in un Paese normale, uno di quelli che “sente” la crisi e la contingenza storica così come la sentono tutti, ma la nostra Italia purtroppo, (non lo dimentichiamo), è ulteriormente gravata da pesanti anomalie: un costosissimo ed incontenibile sistema politico ed un’enorme evasione fiscale. Non vi è dunque ormai nessun’altra alternativa, le risorse per la crescita possono essere concretamente recuperate solo attraverso due interventi: la diminuzione della spesa di bilancio e il pagamento delle tasse da parte di tutti. Qualche giorno fa ho avuto il piacere di sentirlo dire chiaramente da un politico di livello, l’europarlamentare Mario Mauro.
La spesa di bilancio si attesta sui 750 miliardi di euro circa mentre, per quanto riguarda l’evasione fiscale, secondo stime qualificate, si aggirerebbe tra i 100 e i 200 miliardi di euro, una cifra enorme! La spesa di bilancio, peraltro sensibilmente aumentata negli ultimi anni, dovrebbe essere contenuta in misura ideale sui 650 miliardi di euro circa, e tale contenimento potrebbe essere ottenuto prioritariamente con una spesa più oculata che non dovrebbe però ridurre i servizi ai cittadini. Questo, ne abbiamo chiarezza proprio in questi giorni, può essere perseguibile. Malgrado i “piagnistei” degli amministratori locali, che lamentano tagli nei trasferimenti di fondi dallo stato centrale, ci rendiamo conto ogni giorno di più che gli sprechi sono localizzati essenzialmente a livello di Regioni, Province e Comuni.
Roberto Jucci