Governo, la sfida di Letta

Ventuno ministri, sette donne, pochi big. L'Italia ha un nuovo Governo. Alfano all'Interno e vicepremier. Saccomanni all'Economia, Cancellieri alla Giustizia ed Emma Bonino agli Esteri

Nuovo governo: big fuori e asse di ferro Pd-Pdl

27/04/2013
Enrico Letta (Premier), Beatrice Lorenzin (Sanita'), Nunzia De Girolamo (Politiche Agricole), Maria Chiara Carozza (Istruzione), Anna Maria Cancellieri (Giustizia), Emma Bonino (Esteri), Josefa Idem (Pari opp-Sport) e Cecile Kyenge (Integrazione).
Enrico Letta (Premier), Beatrice Lorenzin (Sanita'), Nunzia De Girolamo (Politiche Agricole), Maria Chiara Carozza (Istruzione), Anna Maria Cancellieri (Giustizia), Emma Bonino (Esteri), Josefa Idem (Pari opp-Sport) e Cecile Kyenge (Integrazione).

Nessun big, molte donne, tanti giovani e a trazione fortemente politica con l'asse di ferro Pdl-Pd. I desiderata di Giorgio Napolitano sono stati rispettati e 61 giorni dopo le elezioni politiche l'Italia ha un nuovo esecutivo. Enrico Letta è riuscito nella difficile impresa di mettere d'accordo tutti e formare un esecutivo che dovrà tirare fuori l'Italia dalle secche della crisi politica in cui si è incagliata.

Poco dopo le 17 di sabato, il premier incaricato Enrico Letta ha sciolto la riserva e ha annunciato la composizione del governo che sarà composto in totale da 21 ministri.

I nomi – Il ministro dell'Interno è il segretario del Pdl Angelino Alfano che sarà anche vicepremier. Una delle caselle più discusse alla vigilia, il dicastero della Giustizia, va ad Annamaria Cancellieri, ministro uscente degli Interni e candidata da Scelta Civica alla presidenza della Repubblica. Il montiano Mario Mauro alla Difesa, Gaetano Quagliariello, uno dei saggi del Pdl scelti da Napolitano, è ministro delle Riforme costituzionali, Andrea Orlando del Pd va all'Ambiente, Graziano Delrio, sindaco Pd di Reggio Emilia e presidente dell'Anci, è agli Affari Regionali, Beatrice Lorenzin del Pdl alla Salute, Enzo Moavero Milanesi viene riconfermato al ministero degli Affari europei, incarico già ricoperto nel governo tecnico di Monti.
Alle politiche agricole va Nunzia Di Girolamo, Massimo Bray, d'origine leccese e già direttore editoriale dell'Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani ai Beni Culturali. Il professore Carlo Trigilia alla Coesione territoriale, l'olimpionica Josefa Idem è il ministro per le Pari opportunità e Sport, Mariachiara Carrozza, eletta nelle file del Pd e dal 2007 rettore della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa dove insegna Bioingegneria all'istituto di Biorobotica, è il nuovo ministro dell'Istruzione, Enrico Giovannini è ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Flavio Zanonato, sindaco Pd di Padova, ministro dello Sviluppo Economico, Fabrizio Saccomanni dalla Banca d'Italia è il nuovo ministro dell'Economia, Maurizio Lupi del Pdl alle Infrastrutture, Cécile Kyenge, infine, è ministro dell'Integrazione e la Cooperazione internazionale. Medico di origine congolese (Rdc), portavoce nazionale della Rete Primo Marzo e, da poco, neodeputata alla Camera per il Partito Democratico. È nata a Kambove in Congo e risiede a Castelfranco dell’Emilia in Emilia Romagna.

Napolitano: «Governo politico» - Il governo, ha detto Giorgio Napolitano, è un governo pienamente politico: «Innanzitutto», ha detto, «non c'è bisogno di alcuna formula speciale per definire la natura di questo governo. È un esecutivo politico formato nella cornice istituzionale e secondo la prassi della nostra democrazia parlamentare. È un governo nato dall'intesa delle forze politiche che insieme garantiranno la fiducia nelle due Camere. Era ed è l'unico governo possibile in un momento in cui non si poteva più aspettare oltre per le sorti del nostro Paese».

Al di là delle formule, si tratta di un governo di coalizione che mette insieme partiti che fino a ieri erano acerrimi nemici e si sono dati battaglia nelle piazze e in Parlamento. In qualche modo si è passati dal governo solo tecnico di Monti a quello "misto" di Enrico Letta con esponenti politici di spicco dei due principali partiti, Pdl e Pd, ed esponenti tecnici con competenze specifiche in alcuni campi.

Rispettato, e non poteva essere altrimenti visto il taglio da grande coalizione, il manuale Cencelli. Alla fine gli esponenti del Pd sono otto più il presidente del consiglio Letta. Quelli del Pdl sono 5. Scelta civica 2, Udc 1, Radicali 1 e 4 tecnici. Tutte le personalità più in vista dei vari partiti, da D'Alema ad Amato, da Brunetta a Franceschini, tirate in ballo nel totoministri della vigilia alla fine non sono entrate. La presenza di personalità troppo divisive, forse, ha suggerito un passo indietro per trovare la "quadra" finale.

Antonio Sanfrancesco

a cura di Antonio Sanfrancesco e Pino Pignatta
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