Amianto, Eternit: storica condanna

I giudici di Torino hanno condannato a 16 anni di reclusione un miliardario svizzero e un barone belga, imputati per disastro ambientale e omissione dolosa delle norme di sicurezza.

Amianto, un processo che fa giustizia

13/02/2012
I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Torino, subito dopo la lettura della sentenza. Al centro: il presidente Giuseppe Casalbore. Foto di Paolo Siccardi/Sync.
I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Torino, subito dopo la lettura della sentenza. Al centro: il presidente Giuseppe Casalbore. Foto di Paolo Siccardi/Sync.

Colpevoli. La strage di morti per amianto dell'Eternit ha dei responsabili, chiamati a pagare il conto della Giustizia. I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Torino, presieduta da Giuseppe Casalbore, ha accolto le tesi dell'accusa, sostenuta dal Procuratore aggiunto di Torino, Raffaele Guariniello, e ha condannato a 16 anni di reclusione il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Jean-Louis Marie Ghislain de Marchienne. Imputazioni pesanti: disastro ambientale doloso permanente e omissione colposa delle norme di sicurezza.


Ex dipendenti dell'Eternit, familiari delle vittime di amianto, sindaci e amministratori locali: il pubblico affollava tre aule di Tribunale, a Torino. Foto di Paolo Siccardi/Sync.
Ex dipendenti dell'Eternit, familiari delle vittime di amianto, sindaci e amministratori locali: il pubblico affollava tre aule di Tribunale, a Torino. Foto di Paolo Siccardi/Sync.

Sin dall'alba, il centro di Torino era presidiato da pattuglie dei vigili urbani e dalle Forze dell'ordine. Chiuse al traffico numerose vie nei pressi del Palazzo di Giustizia Bruno Caccia. Al Tribunale, la gente ha cominciato a confluire in massa dalle 8. Una ventina, i pullman giunti apposta da Casale Monferrato. Molti altri sono stati organizzati dalle città dove operavano stabilimenti dell'Eternit, in Piemonte, Emilia-Romagna e Campania. Diverse anche le delegazioni straniere, la più folta delle quali è arrivata dalla Francia. Ex operai Eternit, familiari delle vittime, sindaci e amministratori, studenti: alla fine sono state riempite tre aule, compresa l'Aula Magna.

Il banco dell'accusa. Il primo a sinistra è Raffaele Guariniello, Pm del proceso Eternit. Il quarto è il Procuratore capo della Repubblica, a Torino, Gian Carlo Caselli. Foto di Paolo Siccardi/Sync.
Il banco dell'accusa. Il primo a sinistra è Raffaele Guariniello, Pm del proceso Eternit. Il quarto è il Procuratore capo della Repubblica, a Torino, Gian Carlo Caselli. Foto di Paolo Siccardi/Sync.

L'ultima udienza di un processo durato anni è cominciata alle 9,15. Il presidente Casalbore ha più volte invocato il silenzio, rivoto soprattutto ai tantissimi giornalisti convenuti a Torino. I difensori degli imputati hanno rinunciato a prendere la parola. La corte s'è così ritirata subito in Camera di consiglio. La sentenza, infine, alle 13,23.

Da sinistra: Riccardo Coppo, ex sindaco di Casale Monferrato, con Bruno Pesce, già dirigente Cgil.
Da sinistra: Riccardo Coppo, ex sindaco di Casale Monferrato, con Bruno Pesce, già dirigente Cgil.



«E' una conquista di civiltà. Questo verdetto è l'ultima stazione di una lunga Via Crucis»: Riccardo Coppo è l'ex sindaco di Casale Monferrato, colui che nel 1987 emise l'ordinanza che vietò l'amianto nella città-martire, dando inizio alla lotta istituzionale che portò l'Italia a bandire la sostanza killer, nel 1992. «Una sentenza dovuta per i 1.800 morti causati dal mesotelioma pleurico solo a Casale. Un monito per quei Paesi che estraggono, lavorano ed esportano ancora amianto come Brasile, India e Cina». Riccardo Coppo ha ascoltato la sentenza accanto a Roberto Catalano figlio di Antonino morto a 65 anni per tumore d'amianto, dopo tre decenni di lavoro all'Eternit. Attorno a loro altre decine di familiari commossi.

 La reazione in aula dei parenti dei morti per l'amianto durante la lettura della sentenza del processo Eternit a Torino, il 13 febbraio 2012 (foto Ansa).
La reazione in aula dei parenti dei morti per l'amianto durante la lettura della sentenza del processo Eternit a Torino, il 13 febbraio 2012 (foto Ansa).


Il lungo elenco delle parti civili per i risarcimenti letto in coda alla sentenza di condanna è parso come una dolente Spoon River. Morti, dolore, memoria. La Corte ha stabilito un risarcimento di 30 mila euro per ogni parente di persona deceduta a causa di una patologia riconducibile all'amianto. E' stata una lunga teoria di nomi di vivi legati ai successivi nomi di defunti dall'immancabile "congiunto" o "congiunta di". Di tanto in tanto, sommesso, il pianto di qualche vedova che sentiva citare il proprio marito o di qualche ex dipendente sopravvissuto che ricordava i propri compagni prematuramente scomparsi. Per ciascun ammalato, la corte ha poi indicato una cifra di 35 mila euro. "Indica in 90 giorni il tempo per il deposito delle motivazioni della sentenza". Sono state le ultime parole del presidente della prima sezione penale del Tribunale di Torino, Giuseppe Casalbore, dopo tre ore di ininterrotta lettura del dispositivo della sentenza (anche questo, segno della strage compiuta dall'amianto e dalle mancate accortezze).


In prima fila, sempre in piedi, i rappresentanti dell'accusa, guidati da Raffaele Guariniello. Presente anche il Procuratore capo della Repubblica a Torino, Gian Carlo Caselli. Alle 16,23 i familiari delle vittime, fino a quel momento in silenzio, si abbracciano e commentano cominciando pian piano ad abbandonare il Palazzo di giustizia. Una raffica di flash suggella il termine dell'udienza.

Alberto Chiara
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Postato da giorgio traverso il 13/02/2012 18:14

Sono molto contento,di questa sentenza,ha reso giustizia a molte famiglie.Per via dell'amianto,si sono create molte ingiustizie.Molti lavoratori,che hanno lavorato,una vita acontatto con l'amianto,non hanno potuto godere di una legge che agevolava la uscita dal lavoro,con incentivi finanziari.Anche per pochi mesi,perchè questa legge non è retroattiva.Colpa anche dei sindacati che non avrebbero dovuto accettare la dicriminazione di una parte di operai,rispetto ad altre,con la sola colpa di esssere andati a lavorare prima. giorgio traverso

Postato da Franco Salis il 13/02/2012 14:27

Mi sta bene il servizio e il giusto risalto alla notizia. In questa occasione chi di dovere (più che di diritto) è riuscito a far emergere le responsabilità. Tuttavia leggo si corriere della sera.it del 8.giugno 2011 e rilevo che i due casi sono analoghi per cause (Inquinamento), pari arroganza, diverse per gravità, e diverse per numero delle vittime. Io non ricordo che Famiglia Cristiana abbia dedicato tanto spazio, nonostante la condanna in cassazione. L’accusa(penale) era nel frattempo caduta per prescrizione. Non ricordo più i fatti ma credo che Padre Lombardi, forte dell’appoggio di Veronesi abbia rinunciato alla prescrizione. Ma perché incriminare Padre Lombardi? perché direttore dell’impianto incriminato? ma Padre Lombardi ha fatto giuramento di obbedienza al Papa in quanto “sovrano assoluto dello Stato della Città del Vaticano”. Scusate la mia ignoranza in fatto di giurisprudenza, da incriminare era colui che al momento dei fatti era il Sovrano o quanto meno chiedere all’ONU sanzioni. Di nseguito i titoli del corriere della sera.it buona sera. (uffa! sempre questo rompi pazienza!) ELETTROMAGNETISMO E MALATTIE Radio Vaticana e le onde inquinanti pubblicate le motivazioni della condanna La sentenza in cassazione il 24 febbraio, reati prescritti ma confermati i risarcimenti alle vittime. L'emittente ritenuta rea di «molestie permanenti ed invasive» NOTIZIE CORRELATE Cesano e le antenne: altri 9 casi di leucemia; cartelle cliniche al pm (8 giu 11) «Rispettiamo le leggi più restrittive. E andremo sempre più sul web» (8 giu 11) «Bambini senza onde» al pm: malati anche a La Storta, Anguillara, Formello (8 giu) Corriere della sera 08 giugno 2011 INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO Cesano, onde radio e casi di leucemia: in Procura altre nove cartelle cliniche Consegnate dal comitato Bambini senza onde ai giudici del processo per omicidio colposo contro Radio Vaticana La Santa Sede annuncia nuove riduzioni di trasmissioni L'INTERVISTA «Rispettiamo le leggi più restrittive E Radio Vaticana è sempre più sul web» Padre Lombardi, per 16 anni direttore dell'emittente: «Vogliamo la tranquillità dei residenti, ma non c'è nesso tra antenne e malattie: anche Veronesi ci sostiene» INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO Cesano, onde radio e casi di leucemia: in Procura altre nove cartelle cliniche Consegnate dal comitato Bambini senza onde ai giudici del processo per omicidio colposo contro Radio Vaticana La Santa Sede annuncia nuove riduzioni di trasmissioni INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO I «Bambini senza onde» dal pm: malati anche a Anguillara, La Storta e Formello Nel caso che coinvolge Radio Vaticana, altri abitanti colpiti da linfomi e leucemia: salgono a 23 i casi documentati nel processo bis in fase istruttoria.

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