Mosca è una camera a gas

Diario dalla città avvolta in una surreale nuvola mefitica che continua a causare vittime e malattie respiratorie. Una serie di coincidenze sembra flagellare la Russia ad agosto.

Un boom di mortalità in tutta la capitale

10/08/2010
Turisti sulla Piazza Rossa per per proteggersi dal fumo.
Turisti sulla Piazza Rossa per per proteggersi dal fumo.

Mosca, agosto
Fumo denso e forte odore di carbone intorno a Mosca hanno cominciato ad apparire dieci giorni fa. “Siamo come ricci nel fumo”, dicono i moscoviti con un sorriso, alludendo alla serie di cartoni animati che porta quel nome, Ricci nel fumo, molto popolare in Russia. In due giorni, quando hanno capito che il fumo si tramutava in smog, una mistura di fumo, gasolio e altre sostanze mefitiche, hanno capito che non era un gioco. Alexander Chuchalin, primario di pneumologia della capitale, dice che l’inalazione di quella mistura venefica equivaleva a quella di 40 sigarette ogni poche ore e raccomanda, per chi si avvicina alle finestre, di mettere le mascherine, evitando il più possibile di fare passeggiate all’aria aperta.  

    I moscoviti lo hanno ascoltato. Le riserve di mascherine e ossigeno nelle farmacie della metropoli sono andate esaurite in un giorno. “So bene che le mascherine non servono a molto, ma ho bisogno di qualcosa per autoconvincermi che sono protetto quando vado in ufficio”, mi spiega Helena, 26 anni, impiegata in un ufficio. Si dice molto felice che la sua azienda non è piccola e ha l’aria condizionata in ufficio. Il commesso addetto alla cassa del popolare Eliseev, uno dei più antichi supermercati di alimentari di Mosca, non è altrettanto fortunato. Questi grandi magazzini vecchio stile, molto popolari tra i turisti che fanno shopping, in questi giorni pare una gigantesca sauna e i commessi usano i cartoni per farsi vento. “Nessuno pensa a noi”, dice uno dei commessi che vuol rimanere anonimo, “dicono che se non ci piace lavorare in queste condizioni siamo liberi di dimetterci e andarcene”. Le dimissioni sono una delle conquiste della Russia post-sovietica. Non tutti i datori di lavoro moscoviti sono così crudeli. Alcuni giornali hanno chiuso le redazioni per lo smog e la temperatura canicolare, alcuni impiegati addirittura hanno avuto la possibilità di usufruire di due o tre ore di pausa. Molti di loro trascorrono questo tempo libero in ristoranti all’aria aperta, dove è possibile notare genete con la mascherina al collo e la sigaretta tra i denti. Difficile crederci, ma è anche possibile imbattersi in padri o madri con passeggino o moscoviti in calzoncini fare jogging nel weekend.  

“Non posso crederci”, dice Irina, pensionata settantenne, “Ho proibito a mia figlia di venirmi a trovare. E’ troppo pericoloso. Vive in centro e soffre di asma più di me. Io me ne sto nel mio monolocale. Non apro la porta da una settimana, tranne per uscire un paio di volte alla settimana soltanto intorno alle nove del mattino per fare la spesa, il necessario per vivere, cercando di caricarmi più pacchetti possibile. E’ piuttosto difficile respirare. Ma io non voglio morire di questo fumo tossico”.   Il suo ragionamento ha un fondamento. Ora il fumo velenoso è dappertutto, perfino sottoterra, nelle stazioni della metropolitana. E’ possibiler comprare un condizionatore col filtro, ma è impossibile trovare qualcuno che te lo installi prima del 20 agosto. Il risultato è un boom di malattie respiratorie e di mortalità in tutta Mosca.I medici riferiscono che gli obitori sono strapieni ma gli è stato proibito di fare autopsie che diagnostichino morti per infarto o malòattie respiratorie per non diffondere il panico. Le fonti ufficiali tentatno di negare questo quadro, ma pochi ci credono.
 
“Mosca è una grande camera gas”, si lamentano i moscoviti arrabbiati. Ogni giorno accendono la tv sperando che il telegiornale dia almeno la notizia che la temperatura scende. Il sindaco Yury Luzhkov se n’è andato in vacanza. Venerdì il suo portavoce Sergey Tsoy aveva dichiarato ai media che non c’era nessuna ragione perché il sindaco sospendesse le sue ferie. Ieri però ha annunciato che Luzhkov ha deciso di interrompere “il suo trattamento per curare una ferita procuratasi facendo sport” e di tornare a Mosca. Sempre troppo tardi.

                                                                                                   Natalia Babasian

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Postato da andrea.vicere il 12/08/2010 11:27

Purtroppo questo disastro, come l'alluvione in Pakistan e quelle più modeste in Europa, sono probabilmente causate dal riscaldamento globale. Posso solo auspicare che i governi si rendano conto di come gli obiettivi attuali di riduzione della C02 nell'atmosfera, che mirano a contenere il riscaldamento entro pochi gradi, sono del tutto insufficienti a garantire le popolazioni da catastrofi anche più gravi. Bisogna mettere in atto piani di emergenza, che riportino le emissioni di C02 a livelli pre-industriali, o prepararsi ad affrontare conseguenze davvero apocalittiche, come fame e sete per miliardi di persone.

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