Hollande e la finta caccia all'evasore

La tassazione sui grandi patrimoni, per com'è congegnata, riguarda solo due o tre mila persone. E la Francia si chiede...

Il balletto di miliardari e politici

19/09/2012
Liliane Bettencourt, proprietaria dell'impero L'Oreal (Corbis).
Liliane Bettencourt, proprietaria dell'impero L'Oreal (Corbis).

Se l'Italia, in tema di eventi grotteschi in politica, potrebbe pensare di avere una sorta di esclusiva europea, può tranquillizzarsi, non é cosí. La Francia non é da meno, in particolare per quanto riguarda il rapporto fra politici e nababbi. Ce n'é per tutti i gusti, Arnault non é certo il primo miliardario a scendere col piede di guerra verso il governo e ad avviare con questo trattative machiavelliche per sfuggire alle tasse. E quando si parla di tasse e di vile denaro, la farsa si fa talvolta esilarante. Ce l'abbiamo avuta tutti una nonna o una zia che, il giorno del nostro compleanno, ci ha dato puntualmente ventimila lire dicendoci "Vai e comprati quello che vuoi".

Ce l'ha avuta anche Sarkozy. Si chiamava e si chiama tuttora Liliane Bettencourt, di professione proprietaria dell'impero L'Oreal. Secondo parecchie cattivissime dicerie, durante il periodo pre- elettorale Sarkozy e i suoi futuri ministri sfilavano a casa Bettencourt come re magi al contrario, non regalavano niente ma tendevano le mani per ricevere oro e mirra e poter cosí finanziare la campagna presidenziale. Avevano tutti capito che Madame Bettencourt era mostruosamente generosa (o afflitta da demenza senile, come affermò più volte la stessa figlia, preoccupata dell'assottigliarsi della propria eredità), visto che per anni aveva coperto di quattrini il suo amico e adulatore Francois Bannier, di professione nonsicapiscecosa. Monsieur Bannier durante la lunga amicizia con Madame L'Oreal, di trent'anni piú anziana di lui, ebbe come "cadeau" un'isola ai Caraibi, qualche decina di milioni di euro ("Vai e comprati quello che vuoi") e una ventina di Picasso che mal si intonavano col colore delle pareti di casa Bettencourt.

Monsieur Bannier é probabilmente una delle persone più odiate di Francia. Quando a Parigi si presentò a una manifestazione di operai in sciopero dicendo serafico"mi piace mettermi qui e osservare la gente comune che lotta" ha rischiato - e in parte ottenuto- un vero e proprio linciaggio in stile adultera pakistana. Strana gente i Francesi, se uno riceve una marea di soldi in maniera immeritata e si limita a goderseli, lo odiano. Se invece uno riceve gli stessi denari con gli stessi metodi poco ortodossi e si presenta alle elezioni, le stravince. E' accaduto all'ex presidente Sarkozy.

Dietro ai soldi della Bettencourt e alle transazioni coi politici c'era un uomo di nome Patrice De Maistre, uno che sa vita, morte e miracoli di tutti i paradisi fiscali, neanche fosse il portinaio delle Cayman. De Maistre é attualmente sotto accusa per finanziamento illecito alla campagna di Sarkozy e per aver gestito il patrimonio di Liliane Bettencourt spingendola all'evasione fiscale. Ma ovviamente nessuna conseguenza é in gioco né per Sarkozy, né per i ministri che andavano a prendere il té in casa Bettencourt.

Poi c'é l'irrisolto caso Bernard Tapie. Abbronzatissimo, ex cantante, abile businessman proprietario di club di football, poi entrato in politica (ricorda qualcuno?) il miliardario Tapie fu protagonista di un affare poco limpido con il Credit Lyonnais. I giornali si scatenarono contro di lui e Tapie chiese e ottenne un risarcimento da parte dello stato francese che lo trascinò in giustizia. L'ammontare del risarcimento per diffamazione, accordato dall'attuale presidente FMI Christine Lagarde fu una cifra record: 45 milioni di euro. Dove compila la dichiarazione dei redditi Bernard Tapie? In Belgio. Se a uno come Arnault vengono certe idee di fughe all'estero, c'é evidentemente qualcuno che l'ha ispirato... Christine Lagarde é ancora sotto il mirino della Corte Costituzionale per questa cifra record di fondi pubblici rilasciata a Tapie. Insomma, in testa al Fondo Monetario Internazionale c'era da scegliere fra una che ha dato milioni a un arrampicatore sociale pronto a tutto come Tapie e uno che ha dato migliaia di euro a prostitute d'alto bordo come Strauss Kahn. L'FMI ha evidentemente pensato che avrebbe ancora fatto migliore figura con la prima. Infine, nell'infinito minuetto francese tra politici e miliardari c'è il "double jeu" di artisti e calciatori, amicissimi dei politici quando c'é da metter su concerti durante le campagne presidenziali, e poi pronti a fare le valigie se il fisco chiede il dovuto. E' ad esempio il caso del mitico Johnny Hallyday, cantante il cui successo oltralpe é rimasto immutato dagli anni Sessanta ad oggi. Durante i festeggiamenti per l'elezione di Sarkozy, c'era anche lui sul palco della Concorde a manifestare amicizia per il nuovo presidente. E quest'ultimo, con ogni probabilità, l'ha un po' protetto dalle grinfie degli esattori. Eloquente é una data: 26 aprile di quest'anno, ovvero gli sgoccioli della presidenza Sarkozy. E' in questa giornata primaverile che Hallyday si é visto recapitare dal fisco francese una nota di nove milioni di euro che lui avrebbe "dimenticato" di pagare grazie a un sistema di società impostate tipo scatole cinesi, con sedi in luoghi improbabili, dal Lussemburgo alla Liberia. Poi é arrivato Hollande, e la musica, é il caso di dirlo, é cambiata. Ma con la legge del 75% limata a dovere, per i miliardari i toni rimarranno comunque sempre sul registro dell'allegro andante.

Eva Morletto
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