Il Pdl alla finestra "punta" su D'Alema

20/04/2013
Il leader del Pdl Silvio Berlusconi in Aula con il suo ex ministro Tremonti e alcuni parlamentari Pdl
Il leader del Pdl Silvio Berlusconi in Aula con il suo ex ministro Tremonti e alcuni parlamentari Pdl

Il quorum per eleggere Franco Marini al primo colpo era di 670 voti. L’ex presidente del Senato si è fermato a quota 521. L’intesa siglata nell’infuocata vigilia tra Bersani e Berlusconi, e suggellata dall’abbraccio in Aula tra lo stesso Bersani e Angelino Alfano, non ha retto alla prova  dei numeri. Questo il primo verdetto nella lunga maratona che porterà all’elezione del successore di Giorgio Napolitano. Tutto da rifare, dunque.

Ma se il Pdl, come annunciato mercoledì, ha votato compatto per Franco Marini, il Pd invece si è spaccato al suo interno. A questo punto ogni strategia del centrodestra, dal Pdl alla Lega, e di Scelta Civica di Mario Monti dipende da quello che decide il Pd. «Il problema non è il nostro», hanno spiegato in Transatlantico diversi parlamentari pidiellini, «il cerino è in mano al Pd, sono loro che devono capire che vogliono fare». Tradotto: andranno avanti con la candidatura di Marini, per poi riprenderla dal quarto scrutinio quando basterà la maggioranza semplice (504 voti) per portarlo al Colle, o si ragionerà su altri nomi? Intanto il Pd annuncia ufficialmente che al secondo scrutinio voterà scheda bianca. Come il Pdl, che ha deciso la linea dopo un summit con Silvio Berlusconi, Lega Nord e la pattuglia dei montiani.

Sulla carta, la maggioranza per eleggere Marini venerdì pomeriggio c’è tutta. Ma Bersani è disposto ad andare avanti a costo di lacerare ulteriormente il suo partito, assediato dalle manifestazioni di dissenso dei militanti fuori Montecitorio e dal dissenso di Matteo Renzi? A questo punto potrebbe entrare in scena Massimo D’Alema, nome gradito al Pdl, oppure Romano Prodi, vero "incubo" del Cavaliere.
L’ex "lider maximo", secondo indiscrezioni della vigilia, sarebbe il vero nome su cui convergere dopo aver bruciato Marini. Prodi, invece, potrebbe essere la carta a sorpresa:«Quello che vedo è scheda bianca alla prossima votazione e poi una nuova linea per il Pd: una linea che ha un nome e si chiama Romano Prodi», ha detto il renziano Pippo Civati.
Nell'attesa di capire come muoversi, Pdl e Pd fanno melina. E Berlusconi ha lasciato Roma per partecipare ad un'iniziativa elettorale a Udine per le elezioni in programma domenica. Ora più che mai, avrebbe fatto capire il Cavaliere ai suoi, siamo in campagna elettorale.

Antonio Sanfrancesco

a cura di Francesco Anfossi e Fulvio Scaglione
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