Euro 2012, Ucraina e oppressione

Con gli Europei di calcio alle porte, il Paese alle prese con l'ascesa politica dell'ex pugile Klitschko contro la corruzione, il caso Tymoshenko e la minaccia del boicottaggio.

Tra boicottaggi sportivi e diplomatici

08/06/2012
Philip Lahm, capitano della Germania (Ansa).
Philip Lahm, capitano della Germania (Ansa).

Philipp Lahm, capitano della Germania: «Il trattamento riservato all'ex premier ucraino Yulia Tymoshenko non ha niente a che fare con la mia idea di democrazia. Non rivedo la mia visione dei diritti democratici fondamentali, dei diritti umani, delle libertà individuali e della libertà di stampa nell'attuale situazione politica in Ucraina. Stringere la mano a Viktor Yanukovich? È una cosa che dovrei considerare con molta attenzione. Ma per quanto ne so io la cerimonia di premiazione è condotta solo da gente dell'Uefa, che per bocca di Michel Platini dovrebbe prendere una posizione».

Michel Platini, presidente Uefa: «Tanti politici dicono che non vengono, ma non sono stati nemmeno invitati. Se boicotteranno Euro 2012 vorrà dire che avremo più posti in tribuna. Sapremo solo dopo gli Europei se quella di giocare in Ucraina sarà stata una scelta giusta, di certo è stato complicato fin dall'inizio. Ma gli Europei non sono solo calcio, servono anche per migliorare la vita delle persone. La Tymoshenko? Non è colpa mia, non faccio politica».

Ievghenia Tymoshenko, figlia di Yulia Tymoshenko: «Il boicottaggio diplomatico di Euro 2012 è la risposta più forte e inaspettata che possa giungere al regime di Yanukovich. Ognuno è libero a protestare come vuole e come più ritiene opportuno, ma io penso che questa sarebbe la risposta migliore. Quanto al possibile boicottaggio sportivo, penso si tratterebbe di qualcosa di sbagliato: io sono ucraina e non voglio che il mio paese sia isolato. Desidero che il torneo si svolga regolarmente».

Viktor Shemchuk, ex vice Procuratore Generale dell'Ucraina: «Il fatto che l’ex primo ministro abbia subito delle lesioni è un dato incontestabile. Ma a mio avviso boicottare gli Europei da parte delle nazionali sarebbe un grave errore: significherebbe boicottare l’Ucraina e non il suo regime, un eventuale boicottaggio non darebbe i risultati desiderati. Il boicottaggio politico è altra cosa: le autorità straniere hanno tutto il diritto di venire oppure no, è una loro scelta politica. Ma le squadre debbono partecipare alla competizione».

Angela Merkel, premier tedesco: «Liberate la Tymoshenko, altrimenti diserterò gli stadi ucraini durante l’Europeo».

José Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea (parole di Pia Ahrenkilde, sua portavoce): «Il presidente, visto come stanno le cose a questo punto, non ha alcuna intenzione di recarsi in Ucraina o di partecipare ad alcun evento in quel paese. Speriamo solo di vedere sviluppi per consentire di superare questa situazione molto seria che desta grave preoccupazione».

Werner Faymann, cancelliere austriaco: «Il governo austriaco non invierà alcun rappresentante in Ucraina, in occasione degli imminenti Europei di calcio. Un chiaro segnale politico con cui vogliamo esprimere la nostra preoccupazione per la detenzione dell’ex premier Yulia Tymoshenko».

Didier Reynders, ministro degli esteri del governo belga: «Sono seriamente preoccupato dagli sviluppi del caso di Yulia Tymoshenko. In segno di solidarietà con l’ex primo ministro e di protesta nei confronti del governo ucraino non assisterò ad alcuna partita che si svolgerà in Ucraina».

Ivo Romano

































Ivo Romano
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