Arriva la serie A dei cinque derby

Promozioni e retrocessioni hanno ridisegnato i campionati. il "caso Sassuolo" e la frana del Palermo.

Di Francesco: vi racconto il mio Sassuolo

19/05/2013
Eusebio Di Francesco, allenatore vincente del Sassuolo.
Eusebio Di Francesco, allenatore vincente del Sassuolo.

Sassuolo è il più piccolo centro del nostro calcio d’elite, con 41.326 abitanti. Più piccolo di così di ci fu solo il Casale, oggi 35mila residenti, ma l’ultima apparizione in serie A del Monferrato risale al 1933. Il podio dei mini centri approdati all’empireo pallonaro è completato dall’Empoli (48mila residenti), da mercoledì impegnato nei playoff per la promozione assieme a Livorno, Novara e Brescia. Discorso a parte merita il Chievo, quartiere di 8 mila abitanti ma di una grande città, Verona, che con l’Hellas ritrova la serie A dopo 11 anni: nella prossima stagione ci saranno 5 derby, è un inedito per il campionato italiano più seguito; solo in Grecia e Inghilterra propongo più stracittadine, in Premier league figurano addirittura 14 squadre londinesi.

- Mister Eusebio Di Francesco, il Sassuolo è rimasto in testa per tutte e 42 le giornate...

“Per questo meritavamo la promozione – racconta il 43enne tecnico di Pescara, dov’è proprietario di un albergo - il vantaggio sul terzo posto aveva raggiunto anche i 13 punti, ne erano rimasti 2 soli: con il Livorno non abbiamo fallito, anche se la gara andava oltre qualsiasi valutazione tattica”.

- Guida la squadra più corretta della serie B, sabato però avete chiuso in 9 contro 10...

“Era un incontro particolare, difficile anche da arbitrare. Teniamo molto al fairplay, avevamo subito una sola espulsione e meno ammonizioni di tutte”.

- A chi dedica questa promozione?

“Alla memoria di Riccardo, nipote di mia moglie, scomparso a 24 anni. Fra i tanti messaggi di incitamento ricevuti, mi ha colpito una mail di Stefano Borgonovo, arrivata venerdì. L’ho inoltrata ai giocatori, ha dato forza: da ex centravanti lotta per la vita e contro la Sla, si preoccupava della nostra paura di vincere, nelle ultime partite”.

- Lei come ha controllato la tensione, negli ultimi giorni?

 “Ero arrabbiato ma sereno, per le occasioni perse nel derby con il Modena, nel pari con il Padova e a Lanciano. Sabato mattina mi sono svegliato alle 9,30, un’ora dopo il solito...”.

- Si sente un po’ come Montella, che a 39 anni si è imposto subito in A? Alla Roma subentrò discretamente, a Catania e alla Fiorentina è stato perfetto.

 “All’esordio a Lanciano, in Prima divisione, venni esonerato, ma per un allenatore sono più formative le esperienze negative. A Pescara subentrai e fummo promossi in B, vincere dà sempre grande soddisfazione”.

- La scorsa stagione debuttò in A, a Lecce, venne esonerato per gli 8 punti in 13 gare.

 “Altro momento di crescita. Non avevo però conquistato quella serie A, pur avendo avvicinato i playoff con il Pescara. Qui l’ho meritata, la sento più mia. Il gruppo rimarrà, mi auguro con tanti giocatori, la base è solida e forte”.

- Ma Eusebio Di Francesco resterà?

 “Certamente. Non ho ancora niente di firmato ma il contratto annuale arriverà presto. Credo in certi valori e una stretta di mano a Sassuolo è sufficiente. So come lavorare, conosco l’ambiente e avrò grandi vantaggi, rispetto alla stagione pugliese”.

- Da calciatore arrivò alla Roma grazie a Zeman, vinse lo scudetto con Capello senza quasi giocare, per un grave infortunio.

 “Sento ancora il boemo, l’ultima volta è stato in occasione della visita qui di Gigi Di Biagio, ct dell’Italia under 20 ed ex romanista. Di recente Zeman mi ha mandato un sms: “Che hai intenzione di fare, di non vincere più?”. Preferisco incontrarlo che sentirlo al telefono, perchè impiega troppo tempo per pronunciare parole...”.

- A giugno la società dimezzò il budget (l’intera stagione costa 15 milioni), ma pretendeva la promozione?

 “Il presidente Carlo Rossi voleva un punto in più rispetto agli 80 conquistati da Fulvio Pea, ne sono arrivati 5 di più ma senza attaccanti da 20 reti: Boakye, Pavoletti, il 18enne Berardi e il difensore Terranova sono a 11 gol e di grandissima prospettiva. Sottoporta, tuttavia, ci mancava lo stoccatore di Verona e Livorno. Non è azzardato il paragone con la Juve, al di là della categoria differente”.

- Sette anni fa, la squadra neroverde era ancora in C2...

 “Aveva già il portiere Pomini, il capitano Magnanelli e l’attaccante Masucci, quest’anno limitato dagli infortuni. Loro hanno fatto la storia del Sassuolo, aiutandomi nella gestione dei giovani: “Nessuno ce la regala – ripetevo -, conquistiamocela da soli”.

- La Mapei ha un fatturato di 2,1 miliardi di euro, il potenziale economico è da Champions League?

 “Un club solido è fondamentale per ambire ai risultati sportivi, il difficile però è tradurli sul campo”.

- Il centro di ricerche e studi Mapei segue i test fisici di tre sole squadre calcistiche: la Juve è campione d’Italia per la seconda volta di fila, il Monaco ha vinto la serie B francese, il Sassuolo la cadetteria italiana.

“I dati raccolti dai medici ci aiutano nella preparazione atletica, senza intromettersi sul lato tecnico-tattico”.

- Sabato ha compiuto 70 anni il patron Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria. Ha inciso in questa promozione?

“Non è una presenza ingombrante, ha indovinato le persone giuste in società”.

 Vanni Zagnoli

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