Angola, diamanti rosso sangue

Un rapporto del Cisp denuncia: «Espulsioni, torture, traffico di esseri umani, stupri a danno di congolesi. Centomila nel solo 2011. La causa? Il commercio illegale di pietre preziose.

Centinaia di migliaia di congolesi espulsi, fra violenze indicibili

21/10/2012
Foto Zuma Press. L'immagine in copertina, invece, è dell'agenzia Reuters.
Foto Zuma Press. L'immagine in copertina, invece, è dell'agenzia Reuters.

Le violenze inaudite continuano. Anche nel 2012. Nel silenzio generale. Il governo angolano continua a espellere migliaia di cittadini della Repubblica Democratica del Congo (RdC) che attraversano la frontiera principalmente per lavorare nelle miniere di diamanti di cui è ricchissima l’Angola.

     Espulsioni che avvengono con torture, detenzioni illegali e violenze sessuali a danno di uomini, donne, e anche bambini. Lo denuncia nel suo ultimo rapporto l’Organizzazione non governativa italiana Cisp-Sviluppo dei popoli, da tempo presente nella RdC, e impegnato in un progetto di monitoraggio delle espulsioni per conto dell'Onu, insieme a Fao, Oms, Unfpa e Caritas.

      È una storia che va avanti da diversi anni: dal 2004 al 2009 sono stati oltre 400 mila i congolesi espulsi dall'Angola verso la Repubblica Democratica del Congo, con una media di 80 mila l'anno e un picco nel 2009 di 160 mila. Le espulsioni vengono messe in atto perché l’Angola si ritiene danneggiata dal traffico illegale di diamanti, che avrebbe generato 600 milioni di dollari di perdite per il Paese africano.

     A partire dall’anno scorso, l'Onu ha finanziato un intervento umanitario con 2,7 milioni di dollari per monitorare la situazione, fornire assistenza umanitaria agli espulsi e alle comunità d'accoglienza, un intervento umanitario realizzato dal Cisp e dalle altre agenzie e organizzazioni umanitarie.

     «Dopo la messa a punto del sistema di monitoraggio, tra il 29 marzo 2011 e il 31 maggio 2012, abbiamo contato 92.833 espulsioni, identificate alla frontiera in collaborazione con la Direzione generale migrazione congolese», spiega il Cisp nel Rapporto. «Se però si considerano anche i dati validati da Ocha (agenzia dell’Unione Europea che si occupa di emergenza, ndr) a partire da gennaio 2011, la cifra sale a ben oltre i 100 mila espulsi».

     «Non si contesta il diritto del governo angolano a far rispettare la propria legge sulla migrazione», aggiunge il Cisp, «ma ciò che preoccupa sono le violenze che accompagnano il procedimento di espulsione».

     L’Ong fornisce dati ed esempi specifici: «Si sono potute quantificare, nello stesso periodo, 3.948 donne e ragazze che hanno riferito di aver subito atti di violenza (stupri, violenza di gruppo, perquisizioni intime, rapporti sessuali sotto minaccia, sfruttamento sessuale)», riferisce il documento. «In Angola, nei territori dove i congolesi vengono espulsi, sono sottomessi a leggi speciali, fortemente criticate per il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini».

Luciano Scalettari
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