Angola, diamanti rosso sangue

Un rapporto del Cisp denuncia: «Espulsioni, torture, traffico di esseri umani, stupri a danno di congolesi. Centomila nel solo 2011. La causa? Il commercio illegale di pietre preziose.

Il Cisp: «È necessario continuare e rafforzare l'azione umanitaria»

21/10/2012
Foto Getty Images.
Foto Getty Images.

«Ogni gruppo di espulsi ha bisogno di un rifugio temporaneo, cibo, medicamenti e cure urgenti», insiste il Cisp. Centinaia di loro hanno bisogno di un ricovero ospedaliero. Le malattie sono principalmente malaria, infezioni intestinali e cutanee, malattie sessuali, oltre a fratture, lesioni da armi bianche o da fuoco e molto frequentemente ustioni (un metodo molto usato per “punire” i congolesi).

     Ed è proprio l’intervento specifico del Cisp: offre beni di prima necessità, vestiario, assistenza medica.  Il fenomeno coinvolge anche molti minori non accompagnati: Cisp e Caritas ne hanno contati 2.033.

     «Inoltre», scrive il Rapporto, «sono stati rilevati numerosi casi di abusi fisici, torture, condizioni di detenzione degradante e privazione del cibo, carcerazioni prolungate fino almeno a tre settimane, violenze sessuali, ispezioni vaginali e anali a danno di donne e uomini e umiliazioni sessuali. Solo nello scorso mese di luglio almeno tre persone sono morte in seguito ai maltrattamenti particolarmente crudeli dei soldati angolani».

     Le violenze, secondo le testimonianze raccolte, sono commesse principalmente nelle prigioni o nei centri di detenzione per i migranti, oltre che in alcuni posti di frontiera. E, ancora, fuori dal carcere, subito dopo l'arresto o durante la strada per la frontiera.

     Gli autori di queste violenze sono la Polizia frontaliera angolana, la polizia penitenziaria, le forze d'elite dedicate alla lotta contro l'immigrazione illegale, ma anche le compagnie di sicurezza private.

     Il Rapporto cita quattro episodi particolarmente gravi:
– nel settembre 2009 membri delle Forze armate angolane hanno sepolto vive 45 persone in un tunnel nel Nord Lunda, dopo aver stabilito che si trattava di minatori illegali di diamanti
– il 4 ottobre gli abitanti del villaggio di Tshiamba (Dundu, Angola), che secondo le testimonianze avevano rifiutato di dividere i guadagni dei diamanti con non meglio identificati uomini “in tenuta militare”, hanno subito un attacco da soldati angolani. Il villaggio è stato saccheggiato e bruciato, più di 400 donne hanno denunciato di essere state stuprate e gli abitanti sono fuggiti nella Rdc con i segni di violenze e bruciature d'armi. L'attacco ha causato lo spostamento di oltre tremila persone verso la frontiera con il Congo in un solo giorno
– un uomo, un trafficante, è stato evirato nel 2011 a Dundu, Lunda norte, ed è stato aiutato a fuggire in Congo, dove è stato curato
– a Kamako sono stati presi in carico 51 casi di persone su cui sono stati usati machete o coltelli, le cui ferite erano gravi, e a volte mortali.

     Questi dati ed episodi «non sono che la punta dell'iceberg», conclude il Cisp. «C'è una situazione inaccettabile di violazioni istituzionalizzate dei diritti umani provata e descritta da più rapporti e ricerche, che hanno messo in evidenza le conseguenze di violenze, omicidi, privazioni di libertà fondamentali. È necessario continuare l'azione umanitaria per offrire assistenza e supporto a queste persone. I fondi a disposizione per l’assistenza medica sono assolutamente insufficienti per garantire il minimo indispensabile, e l’azione della comunità umanitaria in questo campo è ancora insufficiente».

Luciano Scalettari
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