Riforma Difesa, un voto che divide

La Camera ha approvato la legge, con 294 sì, 53 astenuti e solo 25 no. Un provvedimento da un Governo e un ministro dimissionari. Inascoltati i pressanti appelli della società civile.

"Taglia le ali alle armi" annuncia battaglia

12/12/2012

"Con il voto di martedì 11 dicembre il Parlamento ha perso l’occasione di bloccare l’azione di chi vuole sempre più soldi per le armi e di rimettere al centro di una discussione comune e partecipata (sia in ambito istituzionale che nella società civile) il modello di difesa e di sicurezza più utile ai cittadini italiani. Prima di qualsiasi revisione dello strumento militare". Le realtà promotrici di “Taglia le ali alle armi” contestano duramente il voto della Camera che ha approvato la delega al ministro della Difesa della riforma delle Forze Armate.

     "Vigileremo ora sul percorso dei decreti delegati nell’ambito della prossima legislatura per attutire i problemi previsti da questo provvedimento", scrivono Tavola della Pace, Rete Italiana Disarmo e Sbilanciamoci. "Cercheremo da subito di portare nella discussione che si svilupperà prima delle elezioni politiche il tema delle spese militari, portando avanti la posizione (che riteniamo maggioritaria nel Paese reale) di chi le vuole diminuire a vantaggio di maggiori investimenti per welfare, sanità, scuola, lavoro.

     Nelle ore del voto, le associazioni non violente e pacifiste hanno realizzato davanti alla Camera dei Deputati un presidio "partecipato, colorato e forte, con la grande bandiera della Pace che di solito apre la Marcia Perugia-Assisi", come scrivono.

     "Con questa presenza", aggiungono nel comunicato, "le tre organizzazioni promotrici della campagna 'Taglia le ali alle armi' hanno voluto lanciare un ultimo - purtroppo inutile - appello ai deputati affinché non approvassero la legge-delega che affida al Governo la revisione e la riforma dello strumento militare. Un'occasione d'oro per dimostrare che il Parlamento ha a cuore i problemi veri del Paese e non la difesa degli interessi dell'industria militare, che non è stata accolta dall'Aula della Camera".

     La legge è stata approvata a maggioranza (294 sì, 53 astenuti e solo 25 no), coronando di successo l'intenzione del ministro ammiraglio Giampaolo Di Paola. "E' riuscito a ottenere questa riforma in poco più di sei mesi", sottolinea il comunicato di 'Taglia le ali alle armi'. "Mentre i provvedimenti di risparmio sulle Province e anche la modifica della legge elettorale giacenti in Parlamento sono saltati per mancanza di tempo, con grande velocità uno spazio è stato trovato per fornire più soldi al Ministero della Difesa per l'esercizio e l'acquisto di armi.

     "Un aumento delle spese militari che non ha atteso questa riforma per prendere il volo", dice Giulio Marcon, della campagna Sbilanciamoci, "come dimostrano i dati della Legge di stabilità approvata a breve: nel 2013 il comparto della Difesa riceverà in dote un miliardo in più del 2012, alla faccia di tutti i tagli operati sulla spesa pubblica per altre e maggiori necessità come sanità, lavoro, welfare".

     E dove finiranno questi soldi, recuperati alleggerendo gli effettivi militari di oltre 40.000 unità? In nuovi sistemi d'arma (oltre 200 miliardi investiti nei prossimi anni, secondo le stime).

     "Con le modifiche apportate dal Parlamento al testo originale del Ministro Di Paola le Camere potranno chiedere il punto della situazione di ogni progetto di armamento", commenta Francesco Vignarca di Rete Italiana Disarmo, "ma quello che non sappiamo, ad oggi, è se ciò accadrà solo per l'acquisto dei prossimi sistemi d'arma o anche per quelli già in corso. Un punto che presidieremo con forza durante la prossima campagna elettorale”.

     "Senza contare", concludono i promotori della Campagna, "che riformare uno strumento senza aver prima discusso degli scenari di sicurezza e del nuovo modello di difesa ancora una volta pare quantomeno irrazionale".

Luciano Scalettari

A cura di Luciano Scalettari
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