Tobin tax in Europa, l'Italia dice sì

L'Unione Europea dal 2013 sperimenterà la tassa sulle transazioni finanziarie speculative. Decisivo il voto italiano. La soddisfazione della società civile.

La soddisfazione delle Acli e della società civile che ha promosso la campagna

10/10/2012
Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli.
Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli.

«Una grande occasione per ridare fiducia ai cittadini e voltare pagina rispetto alla crisi». È la prima reazione di Andera Olivero, presidente nazionale delle Acli. Le Associazioni cristiane dei lavoratori sono fra i “sostenitori della prima ora” della proposta di introdurre la Tobin tax.

     Da 15 anni promuovono, insieme ad altre 50 organizzazioni della società civile italiana, la Campagna ZeroZeroCinque, che prende il nome dalla percentuale di tassazione che si chiedeva venisse applicata alle transazioni finanziarie.

     Olivero esprime «grande soddisfazione» per la decisione di dare il via libera alla Tobin tax, «in particolare nei confronti del Governo italiano, sollecitato ripetutamente nei giorni scorsi, che ha espresso finalmente la sua piena adesione alla proposta e il cui voto favorevole è risultato politicamente decisivo».

     «Chi ha causato o addirittura lucrato sulla crisi», aggiunge il presidente delle Acli, «dovrà restituire qualcosa a chi ha già pagato molto e continua a pagare. Ci si avvia finalmente a voltare pagina rispetto a un modello finanziario sganciato dall’economia reale e indifferente ai destini delle persone e degli Stati. Un primo passo verso quello sviluppo sostenibile capace di integrare etica ed economia». 

Andrea Baranes, portavoce della Campagna ZeroZeroCinque.
Andrea Baranes, portavoce della Campagna ZeroZeroCinque.

  Anche il portavoce della Campagna ZeroZeroCinque Andrea Baranes si dice soddisfatto della decisione di Lussemburgo. «Dunque la tassa sulle transazioni finanziarie è ora una certezza. La Campagna ZeroZeroCinque da anni svolge la sua attività di sensibilizzazione e di promozione di una piccola tassa, quel famoso granello di sabbia negli ingranaggi della finanza per frenare la speculazione».

     «Continueremo con ancora più forza», insiste Baranes, «la nostra attività di sensibilizzazione della cittadinanza e di pressione sulle istituzioni per vigilare sulle modalità di applicazione della tassa, ad esempio per quali strumenti finanziari verrà applicata, data l’importanza che comprenda le operazioni in valuta e derivati, e sulla futura destinazione del gettito. La dimensione della finanza è tale per cui anche un’imposta dello 0,05% permetterebbe di generare ogni anno risorse significative che chiediamo al Governo italiano di destinare a sostenere il welfare nel nostro Paese e per onorare i nostri impegni a livello internazionale in tema di cooperazione allo sviluppo e contrasto ai cambiamenti climatici».

Luciano Scalettari
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