Servizio civile, compleanno amaro

Il 6 marzo ha compiuto 11 anni. Le casse sono vuote, si rischia la fine, ma con l'equivalente di due aerei F35 partirebbero 50.000 giovani. Il 20 marzo un convegno, sognando la riforma.

Di ritorno dal Venezuela, tra incertezze e speranze

17/03/2012

La mia avventura come volontaria in servizio civile all'interno del progetto Caschi bianchi in Venezuela si è conclusa ormai da due mesi, sono tornata alla mia piccola grande realtà in una società ancor più problematica e triste di quando ero partita. L’esperienza fantastica e unica come quella di poter vivere in piena condivisone diretta con persone in difficoltà, che più di tutto hanno bisogno di amore, di rassicurazione, di quella dignità, negata troppo spesso da sistemi sociali indifferenti, mi ha dato la possibilità di crescere e di confrontarmi con una società diversa imparando e rivalutando anche mie convinzioni o punti di vista prima forse un po’ scontati.


Si può definire un bagaglio culturale ed un'esperienza che davvero hanno il potere di cambiare la vita delle persone, di certo tutto questo non si impara considerando immutabili le proprie convinzioni senza rischiare mai, mettendosi anche in gioco per “capirci un po’di più” di questo mondo che ci circonda. 

Dico questo perché io ho avuto la grande fortuna, come molti altri ragazzi in Italia, di essere stata selezionata e quindi poi di partire svolgendo il “mio” servizio civile nazionale all’estero. Purtroppo ora tutto questo è seriamente compromesso dal mancato rifinanziamento del servizio civile. Il ministro Riccardi che ne ha la delega afferma di ritenerlo un’occasione importante per i giovani e per il Paese, ma contemporaneamente annuncia come non ci sarà più l’anno prossimo, a meno che non venga rifinanziato. E’ noto come oggi faccia più notizia l’esternazione di questo o quel personaggio televisivo (la farfallina di Belen inclusa) rispetto a problematiche di questo tipo però vorrei davvero che nel piccolo di ognuno di noi iniziasse una riflessione, su come esercitare una cittadinanza più attiva, ed io per prima mi ci metto. 

Vorrei che facesse più notizia la lotta nonviolenta per valori come la dignità umana, la giustizia e la necessità di superare le guerre come modo di gestire i conflitti e così via. Mi sono sentita dire molte volte nella vita, ma tu Sara non puoi cambiare il mondo da sola, certo che io da sola non lo posso fare, sarei presuntuosa ed ingenua a pensarlo, ma ognuno di noi potrebbe fare un piccolo passo verso una sensibilizzazione personale maggiore, nessuno dice che è facile ma provarci lo rende più possibile.   

Sono partita a marzo 2011 con la speranza che una volta tornata l’economia, un pochino, si fosse ripresa ed invece quello che vedo sono giovani tristi e rassegnati che non riescono ad essere soddisfatti ed appagati con loro stessi, in difficoltà per un lavoro che non trovano, per molte possibilità negate ed occasioni perse. Una riflessione in queste settimane mi tormenta, da brava giovane ingenua quale sono, che di politica ci capisce davvero poco, vorrei condividerla con chi legge, per capirne un po’ di più: il Governo ancora non riesce a rinunciare ad armi pericolose e costose come i caccia bombardieri. Questo implica togliere una quota imponente della nostra “cassa comune” dalle spese sociali, che invece potrebbero migliorare le condizioni di tutte quelle persone con difficoltà motorie, problemi economici-familiari, con patologie difficili. Tutto ciò sembra sempre passare in secondo piano, come se non esistessero o come a volerli nascondere in virtù della loro bassa posizione nella scala sociale.

Sì, sono un po’ delusa perché molti giovani vorrebbero partecipare e fare questa esperienza, ognuno con le sue di motivazioni ma accomunati dalla volontà di mettersi alla prova, di provare sulla propria pelle cosa significa amore gratuito, altruismo, dedizione, cittadinanza attiva. Tutto ciò non mi sembra giusto e continuando così certo le prospettive di tutti noi non sono certamente positive.

Sara Girotto

Lorenzo Montanaro
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