Tre milioni di madri rischiano la vita

Ogni giorno, in tutto il mondo, circa 800 donne muoiono a causa delle complicazioni collegate alla gravidanza o al parto: il 99% delle morti avviene nei Paesi in via di sviluppo

Ridurre la mortalità materna

17/04/2013

Ogni giorno, nel mondo, circa 800 donne muoiono a causa delle complicanze di una gravidanza o di un parto. Nel 99% dei casi si tratta di mamme di Paesi in via di sviluppo. È la fotografia drammatica scattata da Msd, che con il nuovo progetto "Msd for mothers", intende salvare 3 milioni di vite entro il 2015, così da rendere più concreto all'obiettivo fissato dalle Nazioni Unite che intende ridurre la mortalità materna del 75% nei prossimi due anni e mezzo.


Con uno stanziamento di 500 milioni di dollari, verranno varati e sostenuti progetti di assistenza sanitaria, farmaceutica, di formazione degli operatori e di informazione delle popolazioni, in particolare quelle vivono nelle zone rurali dell'Africa sub-sahariana e dell'Asia meridionale.

Nell'ambito dell'iniziativa, MSD Italia sostiene in Mozambico il programma Dream avviato dalla Comunità di Sant'Egidio in dieci Paei africani per contrastare la diffusione dell'Aids e in particolare la trasmissione madre-figlio del virus dell'Hiv.

«La mortalità materna è un’emergenza che si consuma lontano dai riflettori, ma costituisce una vera e propria catastrofe umanitaria, soprattutto in alcuni Paesi dell’Africa e dell’Asia del Sud con un impatto devastante sulla vita di milioni di persone ed un costo annuo per l’economia mondiale di 15 miliardi di dollari» osserva Pierluigi Antonelli, Presidente e Amministratore Delegato di MSD Italia.


«È una vera e propria piaga che va gestita dalla comunità internazionale, ciascuno facendo la propria parte: MSD ha deciso di avviare MSD for Mothers, un progetto molto ambizioso che, attraverso la collaborazione con rilevanti organismi internazionali e una serie di partnership pubblico-privato, punta a ridurre in maniera importante la mortalità materna mettendo a disposizione le migliori soluzioni possibili e le terapie più innovative».

La mortalità materna è causa di oltre 1 milione di orfani l’anno: i bambini che sopravvivono alle madri hanno maggiori probabilità di morire prima dei due anni e gli altri figli sono 10 volte più a rischio di abbandono scolastico, cattiva salute e morte precoce. Inoltre, per ogni donna che muore al momento del parto, almeno altre venti rimangono disabili a vita. 

MSD for Mothers si concentrerà sulle due principali cause di mortalità materna: le emorragie post-partum, responsabili del 35% dei decessi, e la pre-eclampsia o ipertensione gestazionale, responsabile di un altro 18%. Altra rilevante causa di mortalità materna è rappresentata dall’infezione HIV e a questo fronte è rivolto il Programma DREAM della Comunità di Sant’Egidio. Ogni anno in Africa sono circa 1,4 milioni i casi di gravidanza in donne infette da HIV. Il Mozambico, dove l’11% della popolazione adulta è HIV-positiva, è uno dei Paesi più colpiti: nel 2011 erano 27.000 i bambini infetti alla nascita. «Senza cure appropriate solo la metà dei bambini che sono stati infettati per via verticale raggiungeranno il secondo anno di vita. Inoltre le madri sieropositive che arrivano al parto con un’infezione acuta nell’organismo vedono aumentato il rischio di decesso in gravidanza» afferma il Direttore Scientifico del Programma DREAM, Leonardo Palombi, Professore ordinario di Igiene e Sanità Pubblica all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. «Nell’ambito del Programma DREAM, la trasmissione madre-bambino ad un anno si riduce dal 40% al 2-3% e i decessi materni vedono una flessione pari ad almeno il 70% di quelli osservati in donne senza terapia».


«Salvare una madre significa anche non vedere compromesso il futuro degli altri figli, oltre che la vita del nascituro. Uno dei grandi problemi dell’Africa è la generazione di orfani creati dall’HIV. Evitare che questo accada ha enormi benefici di tipo sociale ed economico. Inoltre, maggiore è il numero delle persone sieropositive che si curano, minore è il numero delle persone che si contagiano e il tasso di infettività complessivo di una comunità si abbassa» afferma Paola Germano, Direttore Esecutivo del Programma DREAM. «La partnership stipulata quest’anno con MSD Italia ci permette di allargare il Programma DREAM dai Centri da noi gestiti a tutto il Mozambico, sulla base di un accordo con il Ministero della Sanità del Mozambico, focalizzandoci su 11 Centri e coinvolgendo le strutture sanitarie pubbliche».

L’impatto del Programma DREAM è testimoniato dal racconto di Cacilda Isabel Massango, 36 anni, donna del Mozambico che ne ha beneficiato: «nel 2002 subito dopo la nascita di mia figlia ho scoperto di essere sieropositiva: anche la mia piccola bambina era malata e sembrava impossibile una cura, una terapia che ci potesse far continuare a vivere. Andare al Centro DREAM fu il primo passo di un cammino lungo di speranza che mi ha portato fino a qui. Oggi sono mamma di una bambina di 11 anni, anche lei in cura, e stiamo bene, lei è anche molto brava a scuola. Adesso ho un futuro e come madre mi sento responsabile di costruirlo non solo per la mia bambina ma per un’intera generazione, per un’Africa migliore».


«MSD for Mothers si inserisce nel solco di una lunga tradizione della nostra Azienda: nel solo 2012, abbiamo investito oltre 1,3 miliardi di dollari in programmi di responsabilità sociale, posizionandoci nelle prime posizioni delle classifiche delle aziende maggiormente responsabili» aggiunge Pierluigi Antonelli. «MSD for Mothers attinge ai programmi da noi già sviluppati e ai loro principi ispiratori per fare la differenza rispetto a un’emergenza drammatica. Se anche riuscissimo a salvare una sola madre, sarebbe un successo straordinario per tutti. Ma l’obiettivo è salvarne milioni».

Alberto Picci
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