Quando il cristiano rischia la vita

«Cristo è speranza e conforto per le comunità provate a causa della fede da discriminazioni e persecuzioni», ha detto il Papa a Pasqua. Dal Pakistan alla Nigeria, ecco chi e dove.

Shahbaz Bhatti, il martire di Islamabad

11/04/2012
Foto Reuters.
Foto Reuters.

«Una delle pagine più struggenti del Cristianesimo del Duemila». Così Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio e ministro per la Cooperazione e l'Integrazione, definisce la storia di Shahbaz Bhatti, il ministro per le minoranze del Pakistan ucciso il 2  marzo del 2011. Bhatti aveva 42 anni  e fu ucciso a bordo della sua auto, mentre attraversava  il centro di Islamabad. Bhatti girava senza scorta, era un bersaglio facile per i suoi killer. Bhatti era un esponente della piccola comunità cattolica del Pakistan.

Amava il suo Paese e credeva nella convivenza pacifica fra le varie religioni e le diverse etnie di un paese dagli equilibri complessi. «E' stato un politico, un grande federatore di fronte al mondo tanto diviso delle minoranze. Lottava e sognava  un futuro diverso  con una passione tutta evangelica», aggiunge Riccardi. Queste riflessioni di Riccardi si possono leggere nella prefazione alla biografia di Bhatti, pubblicata in queste settimane dalle Paoline: Shahbaz Bhatti, vita e martire di un cristiano in Pakistan (170 pagine, 14 euro).

Il libro è stato scritto da Roberto Zuccolini (giornalista del Corriere della Sera) e da Roberto Pietrolucci (funzionario del ministero dell'Interno, responsabile della Comunità di Sant'Egidio in Pakistan). Ricca di documenti (compreso il bellissimo testamento spirituale), di fotografie e di testimonianze dirette, la biografia ripercorre le tappe principali della vita di Shabbaz Bhatti senza perdere mai di vista il contesto geografico, politico e religioso nel quale ha agito.

Nato a Lahore il 9 settembre del 1968 da una famiglia cristiana, in un villaggio che gli autori definiscono «un'isola felice» tollerante e multireligiosa, Bhatti fin dall'adolescenza  sentì la vocazione di porsi «al servizio dei cristiani, specialmente dei poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo Paese islamico».

Questa vocazione lo ha portato alla fondazione dell'Apma (un movimento  nel quale le minoranze del Pakistan faranno fronte comune per difendere i loro diritti), all'impegno nell'assistenza alle vittime del disastroso terremoto del 2005, all'elezione in Parlamento e, nel novembre del 2008, alla carica di ministro per le minoranze.

«Nel ricostruire la sua figura», spiega Roberto Zuccolini, «mi ha colpito la saldatura fra la sua vocazione alla difesa dei deboli e delle minoranze e l'impegno politico. Un impegno che ha portato ad ottenere risultati molto concreti: la proclamazione di una giornata nazionale delle minoranze, le quote riservate in Parlamento per gli esponenti delle minoranze, l'assistenza religiosa nelle carceri». Ora l'eredità di Shahbaz Bhatti è stata raccolta dal fratello Paul, divenuto consigliere speciale del primo ministro per le minoranze.

Roberto Zichittella

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