Giornalisti cattolici, "cronisti fedeli"

I cattolici impegnati nella comunicazione sono a convegno a Caserta. Don Sciortino: «Dobbiamo usare bene la libertà che abbiamo a servizio dei lettori e non di altri interessi».

La credibilità dell'informazione in Italia

28/01/2012
Monsignor Pietro Farina, vescovo di Caserta.
Monsignor Pietro Farina, vescovo di Caserta.

Il vescovo di Caserta, monsignor Pietro Farina, li ha definiti “cronisti fedeli”, cioè cattolici impegnati nella comunicazione che fanno del servizio alla verità e al bene comune la loro stella polare. Circa 120 tra delegati e amici dell’Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) si sono dati appuntamento in Campania, dal 26 al 29 gennaio per confrontarsi sul tema “La credibilità dell’informazione in Italia: verso un giornalismo di servizio pubblico”.

Il Congresso straordinario dell’associazione, il XVIII della sua storia, ha anche approvato il nuovo Statuto con la finalità di rendere l’organismo più legato al territorio, più agile e più aperto ad altre categorie di comunicatori. Soprattutto, come ha spiegato Roberto Siddi, presidente della Federazione nazionale stampa italiana, “non è un congresso di nostalgici, ma un incontro che intende approfondire i nodi fondamentali dell’informazione, in particolare quelli legati al servizio pubblico. Un servizio che non può essere legato all’idea di mercato. Proprio pochi mesi fa questo Paese ha votato sul bene comune acqua ricordandoci in questo modo che ci sono dei valori che possono essere sottratti alla dittatura del mercato. L’informazione ha bisogno di un’etica”.

Ed è su questo piano che la stampa cattolica e i giornalisti cattolici impegnati nei diversi media devono recuperare una loro responsabilità. Solo così i giornalisti possono recuperare quella credibilità che hanno perso. “Il rapporto Censis-Ucsi 2011”, ha sottolineato Andrea Melodia, presidente dell’Ucsi, “ci dice che il 49.8 per cento degli italiani considera i giornalisti poco affidabili, il 53,2 per cento poco oggettivi, il 67,2 per cento poco indipendenti”. Un dato sconcertante che però va visto anche da un altro punto di vista.

“I dati”, commenta don Antonio Sciortino, “coincidono con una ricerca che aveva fatto una scuola di giornalismo a Milano e ci dicono che, se è vero che i cittadini ci considerano poco autorevoli, è vero anche che richiedono una buona informazione. Nel momento in cui si denuncia questa poca credibilità si richiede una maggiore credibilità. E credo che su questo la stampa cattolica possa fare qualcosa assumendo maggiore responsabilità e usando bene la libertà che abbiamo nell’essere a servizio dei lettori e non di altri interessi”.

In questo quadro il segretario della Cei, monsignor Mariano Crociata, ha stimolato i delegati Ucsi ad andare avanti nel lavoro. “La chiesa conta su di voi per la formazione, la cultura, la spiritualità”, ha detto monsignor Crociata e “voi in questi anni avete dimostrato con la vostra rivista Desk, con i seminari, i convegni, l’animazione culturale, di riuscire a incidere profondamente esortando il giornalismo a non cedere alle tentazioni dei poteri forti”.

                                                                                   Annachiara Valle

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