11/05/2011
A Marcianise, nel Casertano, la differenziata vola al 71% in un centro commerciale In un grande giardino didattico si coltivano varietà di ortaggi e frutta dimenticate o in via d’estinzione Con lo slogan “Facciamo la differenza”, un centro commerciale di Marcianise, in provincia di Caserta, ha dimostrato che la raccolta differenziata può essere la regola e non l'eccezione. Nei prossimi giorni, i rifiuti alimentari prodotti dai 25 ristoranti e bar interni al “Campania” saranno avviati allo smaltimento nel nuovo impianto di compostaggio situato ad appena un chilometro in linea d’aria.
L' impianto, di tecnologia tedesca, è stato progettato da neolaureati locali alcuni anni fa ed ora ne esistono esempi anche al nord Italia. Il compost ottenuto sarà utilizzato per concimare l’orto didattico progettato, all’interno dell’area commerciale, dagli studenti di Architettura e Scienze Agrarie dell’Università Federico II di Napoli. Dietro al progetto c'è un gruppo di lavoro che ha condiviso esperienze con Alice Waters, storica promotrice del bio e chilometri zero negli Stati Uniti, e Slow Food, il movimento fondato da Carlo Petrini, ispiratori del programma di coltivazione ed educazione alimentare di cui Michelle Obama alla Casa Bianca è diventata il simbolo.
«Da novembre 2010 a oggi abbiamo incrementato la raccolta differenziata del 17%, arrivando al 71% con una frazione organica pura al 97% . Con questo alto grado di differenziazione, i nostri rifiuti organici prodotti annualmente sono oggi materia pregiata per produrre energia elettrica, termica e compost», spiega Fabio Santoro, direttore del Centro Commerciale Campania. Questo processo virtuoso rappresenta la chiusura di un ciclo ambientale e sociale assolutamente inedito, non solo per il territorio in cui nasce, ma anche per le attività proposte. I centri commerciali sono oggi luoghi di aggregazione della vita quotidiana, le cosiddette “piazze” moderne e possono, come in questo caso, proporre cultura, consapevolezza ambientale e cambiamento positivo degli stili di vita.
Significativo quindi l’Orto in Campania, più di 600 metri quadri, dove le varietà ortofrutticole tradizionali locali cresceranno nell’humus prodotto dalla lavorazione degli scarti organici dei ristoranti e bar del centro commerciale. 5.000 bambini provenienti dalle scuole locali vedranno crescere gli originali, quasi dimenticati, pomodori San Marzano oppure le specie autoctone di albicocche, pesche e mele annurca.
«Pensiamo che far progettare l’Orto in Campania agli studenti sia stata una bellissima idea per sperimentare una sensibilità diversa e farci esprimere in maniera creativa il territorio che viviamo ogni giorno» spiega Simona Castagliuolo, studentessa di Architettura presso l’Università di Napoli Federico II e portavoce del gruppo nove architetti. «Per dar risalto al concetto di riciclo abbiamo deciso di utilizzare materiali inusuali che di solito vengono impiegati in contesti diversi, come i pozzetti in cemento e le pedane europallet che vengono adoperate per scaricare le merci. Abbiamo lavorato tridimensionalmente per rompere gli schemi lineari usuali con cui si progetta un orto. Il nostro è uno spazio sviluppato su più livelli, dove scorci e salti di quota sono pensati per una didattica emozionale».
Gabriele Salari
a cura di Elisa Chiari