Dossier - Crescere i figli low cost

Il 28 ottobre è stata la giornata mondiale del risparmio. Assolowcost ha individuato le possibili soluzioni di risparmio quando si cresce un neonato.

Dal nido alla scuola materna

28/10/2010
Oltre al costo dell'asilo, spesso bisogna prevedere anche il costo dei materiali per il disegno e le diverse attività.
Oltre al costo dell'asilo, spesso bisogna prevedere anche il costo dei materiali per il disegno e le diverse attività.

Pubblico o privato che sia, l’asilo nido accoglie bimbi che non hanno ancora compiuto i 3 anni, a partire da età diverse, in certo casi addirittura dai 3 mesi. Una micro-comunità che rappresenta, per il bimbo, il primo, vero momento sociale nella vita. E che presenta vantaggi e svantaggi.

I vantaggi
- Il bebè è inserito in una struttura che ha lo scopo di coinvolgerlo in giochi, attività, programmi ed esercizi che favoriscono uno sviluppo armonico e completo
- Ha la possibilità di ricevere nuovi stimoli incontrando altri bimbi
- Le puericultrici sono in possesso di un diploma e, rispetto alle baby-sitter, in genere sono più qualificate e hanno una maggiore esperienza.

Gli svantaggi
- Se il numero di bambini è molto alto si corre il rischio che non ricevano tutte le attenzioni di cui hanno bisogno.
- In alcuni casi le assistenti possono essere demotivate.
- È più facile che il piccolo contragga malattie.
- Gli orari di apertura e di chiusura sono rigidi. È quindi necessario adattare gli orari lavorativi a quelli dell’asilo o poter contare su una persona che copra le ore in cui non si è presenti.       

Al di là del rapporto di fiducia che si viene a creare con la educatrici, poi, ci sono altri aspetti da valutare nella scelta di un nido. Per questo la scelta del nido deve essere ben ponderata. Ecco i principali aspetti da valutare.
- Il personale: 1 a 6 è il rapporto medio tra educatrici e assistenti e bambini (in base alla frequenza massima e non al numero degli iscritti), come stabilito dal contratto di lavoro dei dipendenti degli enti locali. A seconda delle attività e dell’età dei bambini, si può variare da 1 a 5 fino a 1 a 8 (per esempio nelle ore di riposo pomeridiano con bambini più grandi).
- La ricettività: i nidi accolgono, in media, tra i 40 e i 70 bimbi, facendo distinzione tra numero di iscritti e frequentanti veri e propri. Se per esempio gli iscritti sono 60, bisogna calcolare che i presenti saranno, in genere, al massimo 50.
- Lo spazio: ogni nido è articolato in spazi per le cosiddette routine (per esempio la pappa o il riposo pomeridiano) e spazi per le attività. Lo spazio deve essere ben curato, sufficiente e non dispersivo, cioè né troppo pieno né troppo vuoto per poter contenere e rassicurare il bambino.
- Gli arredi, i materiali e i giochi: al di là del rispetto della sicurezza, gli arredi dovrebbero essere accoglienti e rassicuranti al fine di evitare ogni eccesso di stimoli. Il tipo di arredamento va osservato con cura perché, come in una casa, dà un’idea di chi lo ha pensato. L’ambiente di un nido dovrebbe riuscire a stimolare la curiosità in un’atmosfera tranquilla. Attrezzature come scivoli e tricicli dovrebbero stare all’aperto.
- L’inserimento: importantissimo, deve essere personalizzato. In pratica, dopo un periodo iniziale uguale per tutti, dovrebbe seguire un andamento adeguato alle risposte del bimbo e alle sue reazioni.
- Le attività: un buon nido si giudica prima di tutto dalla qualità delle attività quotidiane più che da quelle extra, come per esempio la musica o la lingua straniera. Quel che conta è la base: il tempo dedicato al libro, al gioco libero, al gioco simbolico e ad attività grafiche, cioè le occasioni offerte alla curiosità del bambino. Le attività in più devono essere integrate nelle altre e non proposte come lezioni.
- La partecipazione dei genitori: nelle decisioni importanti i genitori devono sempre essere coinvolti, a partire dai primi contatti e senza dimenticare l’inserimento e le riunioni periodiche.
- La mensa: i genitori devono essere informati su quel che si mangia, la dieta dev’essere stabilita da esperti e deve poter essere modificata in base a eventuali esigenze particolari del bambino.
- Gli spazi esterni: in genere il nido è obbligato per legge ad avere uno spazio esterno, tranne che in casi particolari, come le strutture che si trovano nei centri storici. In genere il giardino deve essere almeno equivalente allo spazio interno. Lo spazio verde deve essere sicuro, consentire l’esplorazione, proporre alcune attrezzature. Bisogna però accertarsi che venga usato e che sia facilmente accessibile.   Visti quelli che dovrebbero essere  i criteri di scelta di un buon nido, bisogna però guardare ai dati del sistema Italia: dal punto di vista della spesa a carico delle famiglie (dati dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva al gennaio 2010) emerge che in media una famiglia di tre persone con un reddito Isee pari a 19.900 euro spende circa 300 euro al mese per il servizio di asilo nido comunale a  tempo pieno.  

Dall'analisi di dati in possesso al Ministero degli Interni e relativi al 2007, emerge che il numero degli asili nido comunali ammonta a 3.184 (+2,4% rispetto al 2006) con una disponibilita di 129.992 posti. Nonostante il numero dei nidi comunali sia cresciuto del 2,4%, in media il 25% dei richiedenti rimane in lista d'attesa.
Va sottolineato che tale servizio è presente solo nel 17,5% dei comuni italiani, precisamente in 1.429 comuni.      

Il micronido o nido-famiglia è un’ottima alternativa agli asili comunali e privati del proprio comune. Si tratta di un’istituzione ancora piuttosto giovane in Italia, ispirata alle ‘tagesmutter’ trentine, le cosiddette ‘mamme di giorno’ che, come nei Paesi nordici, accolgono i più piccini (di età inferiore a 3 anni) nella propria casa, per accudirli mentre mamma e papà lavorano. In pratica, al posto dell’educatrice di riferimento, c’è una mamma, che mette a disposizione dei giovanissimi ospiti la propria esperienza, il proprio tempo e il proprio appartamento. A garantire per il benessere e la crescita armoniosa dei piccoli è la legislazione estremamente scrupolosa che regolamenta l’apertura di questi spazi. Una scelta che presenta dei vantaggi e degli svantaggi.

I vantaggi
- Il costo può essere notevolmente inferiore a quello di una baby-sitter a domicilio. Alcuni comuni stanziano fondi per sostenere l’iniziativa. • Si offre al piccolo la possibilità di ricevere nuovi stimoli. 
-  Inoltre, rispetto al nido, i bambini, essendo pochi, possono seguire più facilmente i propri ritmi individuali.

IL CORREDINO DELL'ASILO  

Si parla sempre di corredo per la scuola elementare: lo zainetto, l'astuccio, le penne, i pennarelli, il grembiule…. Ma cosa inserire nella lista della spesa per un bimbo che va alla materna? Quali sono gli "indispensabili" per la scuola d'infanzia? Ecco una breve lista della "spesa".

·  Il grembiulino che, a differenza di quello per le elementari non deve necessariamente essere bianco o nero. E' necessario acquistarne almeno tre per non avere, poi, problemi di ricambio durante l'anno.
·  Un asciugamano piccolo per le mani o la faccia.
·  Qualche bavaglino per i momenti del pranzo e della merenda.
·  Un paio di scarpette da ginnastica e un paio di pantofoline per i momenti della nanna.
A questo proposito,  è necessario informarsi se la scuola fornisce copertine o lenzuola. In caso contrario, bisognerà provvedere a fornirle al piccolo, per evitare che possa aver freddo durante il riposino.
·  Uno spazzolino da denti e il dentifricio.
·  Un cambio completo.  

A questo elenco bisogna aggiungere le possibili richieste, frequenti e non inusuali, di materiali di vario genere (carta crespa, forbicine, colla, perline, cartoncini, pennarelli…) per i lavoretti che i bambini faranno a scuola con le maestre. Spesso le scuole materne publliche non hanno fondi necessari per dotarsi di tali materiali.
A fronte di una retta che si aggira sui 150 euro al mese, vanno considerati anche i costi dei materiali elencati. In alcuni comuni la materna statale è gratuita ma in base all’Isee vanno pagati i buoni pasto per far mangiare i bimbi: il costo medio è di 50 euro al mese.  La famiglia italiana contribuisce non poco a sostenere la scuola pubblica italiana già a partire dalla materna.

di Giusi Galimberti
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