L'Ambrogino e il cuore di Milano

Il premio ai Lions, per i sessant'anni dei club italiani, e a Terre des Hommes, che si occupa di adozioni a distanza. Ma anche allo chef Gualtiero Marchesi e allo stilista Lorenzo Riva.

Lions, da 60 anni cavalieri della luce

06/12/2010
Carla Tirelli Di Stefano, governatore del Lions di Milano e provincia.
Carla Tirelli Di Stefano, governatore del Lions di Milano e provincia.

Vengono chiamati Cavalieri della luce. Questo perché da sempre i soci dei Lions di tutto il mondo si occupano di aiutare i non vedenti e le persone con problemi gravi della vista. Addestrare i cani da accompagnamento, per esempio, è uno dei tanti compiti che i club italiani e internazionali sostengono da anni. Anche in ricordo di una delle loro socie: Ellen Keller, una donna diventata sorda e cieca in tenerissima età a seguito di una malattia, alla cui vita è stato anche ispirato il celebre film Anna dei miracoli.

   Ma non è certo l’unico scopo del lionismo. Ai Lions piace dire che ogni volta che un club si mette all’opera, i problemi diminuiscono e le comunità migliorano. Questo perché agiscono a livello locale, nazionale e internazionale ovunque è necessario, con velocità e integrità morale.  “La rapidità d'intervento è sicuramente uno dei nostri meriti”, spiega Carla Tirelli Di Stefano, governatore dell’Ib4 , il distretto di Milano, il primo a essere nato in Italia nel 1951 (i Lions sono stati fondati a Chicago nel 1917 da Melvin Jones). “I nostri dirigenti durano in carica solo un anno, massimo due, quindi si deve necessariamente essere rapidi nella realizzazione dei progetti. Per il nostro operato siamo stati definiti la prima Ong del mondo”.

-  Quest’anno anche la città di Milano ha deciso di premiarvi.

   “Per noi il 2011 sarà un anno importante, perché festeggiamo i sessant’anni di vita. Il nostro club è stato il primo e quindi intendiamo condividere questo momento e il premio con tutti gli altri club d’Italia. A ricevere l’Ambrogino d’Oro erano presenti con me anche il Direttore internazionale e il Presidente del Consiglio dei governatori, le due più alte cariche nazionali”.

-  In quanti Paesi sono presenti i Lions?

   “Siamo presenti in 206 Paesi con 45.000 club. Ogni club è comunque autonomo nella gestione dei progetti mirati al territorio sul quale insiste. In questo sta la nostra  forza. Anche i club più piccoli riescono ad aiutare le realtà locali in tempi relativamente brevi. I governatori neo-eletti si incontrano una volta all’anno e lì possono incontrare i soci delle altre nazioni. In quell’occasione si tengono anche veri e propri corsi”.

- Come sono i vostri rapporti con il Comune di Milano?

   “Ottimi, da sempre. Il nostro è un distretto che lavora bene e che negli anni si è guadagnato la stima di sindaci e assessori. Insieme abbiamo più volte collaborato. Come già le ho spiegato, però, i nostri tempi sono rapidi e a volte non combaciano con quelli delle amministrazioni comunali, assoggettate alla normale burocrazia. Comunque, all’interno dei nostri club, abbiamo molte eccellenze e ci farebbe piacere che il Comune ci coinvolgesse più spesso nelle sue iniziative”.
 
-  Per questo anniversario avete previsto delle iniziative?

     "Per prima cosa stiamo organizzando una serie di screening gratuiti a disposizione  dei cittadini. Organizzeremo degli spazi all’interno dei centri commerciali e nelle piazze. È una cosa che abbiamo già fatto altre volte e per cui siamo attrezzati, Si potranno fare test audiovisivi, respiratori, esami del sangue, per il diabete…”.

- Offrite il cibo ai più poveri, vi occupate dei malati oncologici come dei giovani e degli anziani, sostenete i principi della pace tra i popoli e vi interessate al bene civico, culturale e sociale delle comunità, ma forse la gente non conosce abbastanza le vostre iniziative.

     "Indubbiamente siamo bravi nel fare ma non altrettanto bravi nel comunicare. A volte, la gente crede che pensiamo solo a divertirci organizzando concerti e serate di beneficienza. In verità, credo che fare della solidarietà sia più bello se ci si può anche divertire. La gioia è qualcosa che si trasmette a chi è meno fortunato. Così, per esempio, ho visto soci mettersi in gioco cantando in cori non professionali, solo per raccogliere dei fondi. E ne erano felici. Il tempo libero delle persone è sempre meno e se ci si può divertire facendo al contempo della solidarietà... Sono nei Lions da 14 anni e vi sono entrata in un momento difficile della mia vita. Un momento in cui avevo bisogno di trovare uno spazio in cui realizzarmi. Mi ha subito colpito la generosità delle persone del mio club. Ancora oggi, mi commuove quando pensoa gesti di grande amore per il prossimo che ho visto fare da chi, magari, mai mi sarei aspettata".

di Giusi Galimberti
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