Energie rinnovabili, si fa sul serio

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Quando l'energia idroelettrica arriva dall'altra sponda dell'Adriatico

28/01/2012

Quattro dighe di 600-700 gigawattora rischiano di distruggere per sempre una splendida area protetta in Montenegro. L’allarme per scongiurare la perdita della zona umida della Moraca e del lago di Scutari, in Montenegro - area inserita nel patrimonio mondiale dell’Unesco, e tutelata dalla Convenzione internazionale di Ramsar - lo ha lanciato il Wwf Mediterraneo, che si fa portavoce della rabbia dei 600 mila abitanti del piccolo stato balcanico che perderebbero un paradiso naturale per produrre energia destinata all'Italia.

Il progetto, infatti, è di un’azienda italiana, A2A, che dovrebbe esportare energia in Italia attraverso un elettrodotto sottomarino in Adriatico, per la cui realizzazione esiste già un accordo tra i due governi. L’Italia con 4,5 miliardi di euro è il primo investitore estero in Montenegro. Il Wwf ricorda che la compagnia norvegese Statkraft, leader mondiale delle rinnovabili, ha rinunciato a lavorare in Montenegro perché applica procedure molto stringenti per lo sviluppo dell'idroelettrico in tutto il mondo.

Secondo l'azienda norvegese, reduce dalla realizzazione di impianti in Albania, in Montenegro il quadro è incerto e non vi è garanzia che il progetto sia fondato su principi solidi di sostenibilità ambientale e inteso a minimizzare l'impatto sociale. Il Lago Scutari, di cui il fiume Moraca è il principale affluente, è il principale dei Balcani, al centro di una zona umida, di importanza mondiale per lo svernamento degli uccelli, dove si trovano circa 1900 specie vegetali e più di 400 specie animali tra mammiferi, pesci, uccelli, rettili e anfibi, molte delle quali endemiche.

Ma le conseguenze della realizzazione delle dighe sarebbero anche per il clima, il turismo, l'agricoltura e la pesca: a rischio di sparizione specie ittiche molto rare e all’orizzonte una riduzione dei proventi dal settore della pesca del 30%, con una perdita di reddito pari a 1,5 miliardi di euro l’anno. La A2A si è impegnata, in seguito alle critiche ricevute, a proporre un progetto alternativo meno impattante. Si tratta di una bella sfida per questa società nata nel 2008 dall'unione di Aem Milano, Asm Brescia e Amsa con l'apporto di Ecodeco ed oggi al primo posto tra le ex municipalizzate italiane per clienti e fatturato. Staremo a vedere.

Gabriele Salari
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