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Plaza Athenée, il rifugio di Mata Hari

di Eva Morletto

Parigi

Qualche anno fa, a Parigi, un medico dell'ospedale Hotel Dieu, tale Damien Léger, mise a punto un dispositivo speciale per confortare i  pazienti afflitti da problemi d'insonnia. L'apparecchio si chiama Night Cove ed emana una luce rossa diffusa capace di favorire lo  sviluppo della melatonina, l'ormone del sonno. Oggi questo dispositivo  si trova in tutte le lussuose suite del Plaza Athenée, uno degli hotel  più esclusivi della capitale francese, per conciliare i sogni d'oro  degli ospiti... dalla carta di credito Platinum.

Anche senza marchingegni tecnologici, in ogni modo il Plaza ha sempre  avuto a che fare col mondo dei sogni. Quelli dei bambini ad esempio. È l'unico albergo al mondo ad avere suite speciali per i piccoli.  Quella per le bambine é arredata come una casa di bambole in grandezza  naturale, con tanto di letto a baldacchino rosa, e quella per i  maschietti vanta un autentico circuito di auto telecomandate che  scorrazzano per la stanza.

Se gli infanti nababbi possono far  sorridere, il Plaza nasconde molti altri segreti, molti ricordi simili a fiabe, ma senza nulla di lezioso, bensí carichi di avventura, intrigo, e talvolta tragedia.
L'hotel venne inaugurato nel 1913, a due  passi dal Teatro degli Champs Elysées. Mezzo secolo prima, Napoleone  III incaricò il barone Haussmann di rivedere l'intera urbanistica parigina, per fare della Ville Lumière una capitale piú moderna.
Vennero rasi al suolo interi quartieri di impianto medievale e sorsero  i famosi "boulevard" (si dice che il nome derivi da "boules vertes",  sfere verdi, in riferimento alle chiome degli alberi che li  costeggiavano), i lunghi viali alberati che ancora oggi attraversano  la metropoli, sui quali si affacciano centinaia di palazzi dall'inconfondibile charme ottocentesco.

Il Plaza Athenée é uno di questi. Nell'anno dell'inaugurazione, il mondo ribolliva e i semi d'odio che  avrebbero generato  la prima guerra mondiale, erano già stati sparsi. L'Europa aveva ancora un'identità profondamente monarchica. Sulla  Russia regnava Nicola II e un semisconosciuto Stalin veniva arrestato  in Siberia per ordine dello zar.
Furono in molte, allora, le teste  coronate e gli ospiti di sangue blu a varcare la soglia del Plaza  Athenée. Poi la guerra fece saltare tutto in aria e alle principesse  si aggiunsero i diplomatici, i militari, gli agenti segreti, le spie. Fra questi ultimi ci fu una danzatrice di origine olandese, Margareta  Geertruida Zelle.

La signorina Zelle abbandonò presto il bucolico  paesino di Leeuwarden nei Paesi Bassi per raggiungere il futuro  marito, un ufficiale della marina molto più anziano di lei, in Indonesia. Divorziò, voltò i tacchi e tornò in Europa, ma se l'amore  per il marito era venuto meno, Margareta si infatuò della danza, e da quelle terre esotiche portò con sé suoni, costumi, movimenti. 
Approdata a Parigi, divenne una ballerina di successo, finché il  collezionista d'arte orientale Emile Guimet le suggerí il nome d'arte  che la propulsò nella leggenda: Mata Hari, che in malese significa "sole". 
Ahimé, il sole di Mata Hari si spense presto, e proprio nelle stanze  del Plaza, dove venne arrestata nel 1917 con l'accusa di spionaggio e  doppio gioco. La bella danzatrice, alias agente H-21, avrebbe  collaborato sia coi servizi segreti tedeschi che con quelli francesi. 
Si dice fossero proprio i tedeschi ad averla "venduta", parlando di  lei e dei suoi favori in un codice radio obsoleto, già decifrato dagli agenti d'oltralpe.
Il Plaza Athenée fu cosí testimone della fine  tragica di una delle figure femminili più affascinanti e misteriose  del Novecento.

Dopo di lei, giunsero al numero 25 di avenue Montaigne  molte altre dive: Josephine Baker, Grace Kelly, Jackie Onassis e più o  meno tutte le icone femminili del secolo scorso. Ma fu lei, Mata Hari,  quella sorta di Icaro che volle librarsi troppo in alto fino a  bruciarsi le ali, a dare la nota di inizio alla leggenda.

Hotel Plaza Athenée  25, avenue Montaigne  75008 Parigi

La curiosità

Lo chef del Plaza Athenée é il celebre Alain Ducasse,  uno dei maestri di cucina più creativi al mondo. Qualche anno fa  Ducasse, indignato dal fatto che fossero costretti a ingurgitare  pillole insapori, inventò un menu per... gli astronauti.
I piatti  devono resistere a condizioni estreme, ad esempio vengono testati sotto temperature polari.  Cosí, grazie a Ducasse, nelle navicelle spaziali si possono mangiare  quaglie arrostite con puré alla noce moscata e pudding di riso con frutti canditi. Con buona pace dei produttori di pillole liofilizzate.

Pubblicato il 25 luglio 2011 - Commenti (0)

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Autore del blog

Grandi hotel grandi storie

Eva Morletto

Eva Morletto é da sette anni direttrice editoriale del magazine "Life Club", dedicato a viaggi e life style oltre che collaboratrice di numerose riviste. E' membro del Prix de la Villegiature, giuria internazionale impegnata a premiare i migliori resort e hotel di charme in Europa e nel mondo. E' stata corrispondente da Parigi per la televisione giapponese FUJI TV.

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