Giovani: non solo rassegnati e passivi

I sociologi descrivono i giovani di oggi come "rassegnati", ma non tutti si bloccano sul pessimismo. Altri osano e regalano scossoni alla società.

La generazione "senza"

19/03/2012

Anche se è sempre bene evitare le semplificazioni o l’allarmismo sociale, è indubbio che oggi quando si parla di giovani si evocano in genere immagini negative e problematiche. Ciò in quanto l’essere giovani sembra caratterizzarsi per una lunga lista di assenze o debolezze, che vanno dalla sfera formativa a quella del lavoro, dalla difficoltà di raggiungere l’autonomia al rischio di non affermarsi. Da molte parti ormai si etichettano i giovani come la generazione “senza”: senza fretta di crescere, senza un lavoro stabile e prospettive certe, senza un’intenzione ravvicinata di famiglia, senza le prerogative sociali possedute dai coetanei del passato, senza spazi e ruoli di rilievo capaci di offrire sicurezza e fiducia. Questa condizione di debolezza strutturale, di difficoltà di inserimento sociale, di rallentamento nel cammino verso i ruoli adulti, impedisce a molti giovani di coltivare la speranza nel futuro e di tendere a mete socialmente impegnative.

Franco Garelli
Roberta Ricucci

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