13/07/2012
Se a essere affetto da disagio psichico
è un genitore, questo può avere un
impatto sia diretto sia indiretto sui figli.
I bambini con un genitore affetto
da schizofrenia hanno il 13% di rischio
di sviluppare tale disturbo contro
l’1% della popolazione generale,
tale percentuale sale fino al 45% se la
diagnosi interessa entrambi i genitori.
Figli di bipolari hanno un rischio
aumentato di sviluppare sia il disturbo
bipolare sia la depressione unipolare;
mentre figli di depressi possono
presentare con maggiore incidenza
disturbi depressivi ma non il bipolarismo.
Ciò indica che i fattori genetici
possono agire direttamente sulla comparsa
della malattia.
Studi effettuati su animali, inoltre,
hanno evidenziato che disordini emotivi
e comportamentali di una donna
in gravidanza possono causare una
compromissione, sulla prole, dello sviluppo
neurologico e cognitivo. L’ansia
e la depressione materna nel periodo
prenatale possono favorire il verificarsi
di complicanze ostetriche, che
possono a loro volta favorire lo sviluppo
di gravi patologie psichiatriche come
la schizofrenia. Se il disagio psichico
persiste anche nel post partum il
bambino è a contatto diretto con i sintomi
della madre. Se questa è schizofrenica
il figlio viene esposto a sintomi
psicotici, inoltre è frequente una
ridotta capacità di cura e un deficit
nell’instaurare un rapporto affettivo
con esso. L’interazione madre-bambino
è alterata anche nella depressione
severa. Sul versante socioeconomico,
un’ulteriore conseguenza negativa
sulla prole è costituita dalla maggiore
entità di problemi economici cui queste
famiglie tendono ad andare incontro:
da una parte a causa del costo diretto
delle cure e delle terapie, dall’altra
a causa della ridotta capacità lavorativa
dei genitori affetti.
Pensando alla patologia mentale severa,
in genere si è portati a valutarla
in termini di sintomi quali, per esempio,
mania, depressione, psicosi. Per
quanto tali manifestazioni morbose
siano di per sé stesse invalidanti e fortemente
negative per il soggetto, esse
sono accompagnate da un largo corteo
di inabilità sociali che, a lungo termine,
possono avere conseguenze anche
maggiori sulla qualità della vita.
Molte persone, affette da disturbi quali
schizofrenia o bipolarismo, vanno
incontro a deficit cognitivi e delle capacità
relazionali che interferiscono
con il raggiungimento dei propri
obiettivi di vita. Tali soggetti spesso
non sono in grado di vivere da soli, di
mantenere un lavoro e di sviluppare
una relazione sentimentale a lungo
termine. Si è portati a credere che tali
incapacità dipendano essenzialmente
dall’impatto che i sintomi mentali
possono direttamente esercitare sul
soggetto affetto. In realtà, la reazione
della comunità al disagio psichico è
una causa altrettanto importante della
scarsa qualità di vita di questi pazienti
e dei loro familiari.
Flaminia Alimonti, Luigi Guerriero, Luigi Janiri