La Peer Education nel contesto italiano

La prevenzione tra pari, meglio nota con la formula anglosassone Peer Education, coincide con una precisa metodologia di lavoro finalizzata al coinvolgimento attivo degli adolescenti.

Gli ingredienti

01/12/2011

Se la PE è una strategia di prevenzione sociale che mette in campo l’azione diretta dei pari, per la sua realizzazione sono indispensabili alcuni “ingredienti”. Vediamoli.

a) L’ obiettivo di prevenzione

L’ambito privilegiato è quello della salute, ma non mancano esperienze in altri ambiti, come, per esempio, la prevenzione del bullismo o degli incidenti stradali. È fondamentale che l’obiettivo di prevenzione sia ben definito, non generico, ed esprima un’esigenza condivisa sia a livello istituzionale che da parte del gruppo dei pari. Se il tema delle Ist si incontra facilmente con l’aspirazione a una visione di sessualità consapevole liberata da timori e paure, altri temi quali quello del tabagismo possono essere più difficili da condividere; così come temi che coinvolgono in modo più profondo e complesso le dinamiche dei soggetti, quale quello dei disturbi alimentari (anoressia e bulimia): questi temi lasciano perplessi sulla possibilità di un utilizzo concreto della PE per la loro prevenzione.

b) L’individuazione del target di riferimento e del target bersaglio

Il target di riferimento privilegiato è dato dalla popolazione giovanile, in particolare quella scolastica, perché la comunicazione fra pari assume un valore fortemente emozionale nei gruppi giovanili, e l’ambito scolastico permette di raggiungere la maggior parte dei giovani. Particolare attenzione deve poi esser prestata al target bersaglio, specie nella fase di avvio di un progetto. Decidere di iniziare l’esperienza in una scuola, piuttosto che in un’altra, deve fare i conti con la disponibilità dei giovani e con il contesto: quanto la direzione e gli insegnanti di quella scuola condividono il progetto e sono disposti a crearne le condizioni favorevoli.

c) Il reclutamento e la formazione dei giovani peer

Il reclutamento richiede una fase preliminare di promozione che può avvenire con differenti modalità (materiale a stampa, incontri, filmati…); l’esperienza dice che la promozione è tanto più efficace tanto più è essa stessa progettata e gestita da coetanei. Vi è poi la fase di “accesso/selezione”: tutti coloro che lo desiderano possono diventare peer o devono esserci dei criteri selettivi? I diversi modelli di PE qui possono divergere in modo consistente. È una scelta o si è scelti (dai pari, dagli insegnanti, dai formatori)? Naturalmente le modalità di accesso sono collegate a come è concepita la formazione e il ruolo del peer.

d) Ruolo e formazione degli adulti

In primo luogo si fa riferimento agli adulti della rete territoriale che progetta, organizza e supporta gli interventi Asl (associazioni del terzo settore, scuole, enti locali…). La rete può esser nata dall’alto per un input istituzionale o dal basso; in ambedue i casi è essenziale che entrambe le dimensioni siano presenti: il supporto istituzionale per il reperimento delle risorse umane, professionali ed economiche e per la validazione dell’esperienza, e il coinvolgimento diretto di singoli in grado di condividere idee, linguaggi e progetti.

e) Setting di intervento

Ci riferiamo soprattutto al setting gestito dai peer, anche se, in relazione a questo, andranno definiti quelli degli interventi degli adulti e della formazione. Il peer deve poter operare in un setting strutturato in cui si trovi a suo agio perché già sperimentato con simulazioni nella formazione, e che gli permetta una comunicazione orizzontale calda, che faciliti l’emersione nel gruppo di ansie, emozioni e vissuti. Le tecniche e modalità di gestione dei gruppi proprie della psicologia sociale (focus group, brain storming, role playing, problem solving) sono quelle più generalmente utilizzate, non escludendo altre modalità di tipo artistico espressivo e comunicativo (come per esempio un video).

L’importante è che il modello d’intervento non sia calato dall’alto, ma costruito e condiviso dai peer sia durante la formazione iniziale sia, soprattutto, nei momenti formativi di rielaborazione dell’esperienza e preliminari a ulteriori interventi. Se questi cinque sono gli ingredienti fondamentali vi è un sesto ingrediente che potremmo definire trasversale, il sale che dà sapore al tutto: quello della partecipazione.

Gianmaria Ottolini
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare

Ultimi dossier pubblicati

%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati