La Peer Education nel contesto italiano

La prevenzione tra pari, meglio nota con la formula anglosassone Peer Education, coincide con una precisa metodologia di lavoro finalizzata al coinvolgimento attivo degli adolescenti.

Tentare una definizione

01/12/2011

1. Cosa intendiamo? La Peer Education (declinabile in italiano come “prevenzione fra pari”) è una strategia di prevenzione basata sulla mobilitazione dei soggetti che comporta un percorso di gruppo scandito da fasi ben delineate, finalizzato verso un esito prestabilito (per esempio, la prevenzione delle Ist) e sufficientemente flessibile per garantire il suo adattarsi a obiettivi e situazioni anche molto diversi. La PE si configura come una risposta “dal basso” alla questione della prevenzione e ai limiti degli interventi incentrati solo sull’informazione. La PE si fonda su un rapporto di rete tra adolescenti, associazioni di volontariato e partner istituzionali (Asl, scuole secondarie, amministrazioni locali). La critica ai modelli tradizionali non deve essere intesa come annullamento del ruolo adulto, ma come il tentativo di valorizzare i diversi ruoli e le differenti competenze individuali, sociali e istituzionali. La PE si configura come una pratica educativa non autoritaria. Essa si diffonde grazie al protagonismo degli adolescenti (livello orizzontale) e alla ridefinizione del ruolo, maggiormente “defilato”, degli adulti (livello verticale) che svolgono una funzione imprescindibile di tutoraggio, formazione e coordinamento. La PE fa leva sull’apprendimento emotivo e sulla riattivazione dei processi di socializzazione naturale tra i ragazzi. Un’ulteriore spiegazione della sua efficacia è, infatti, da ricercare nella presenza di emozioni e esperienze condivise. I giovani, peer e non peer, parlano di sé, del proprio essere in relazione con il mondo, delle proprie emozioni e lo fanno utilizzando un linguaggio comune.

2. Cosa non intendiamo. La PE non è una forma di apprendimento scolastico, si distanzia dal cooperative learning e da qualsiasi forma didattica che, come nel mutuo insegnamento ottocentesco, valorizzi il ruolo dell’allievo come attore dell’apprendimento dei compagni.
La finalità non è cognitiva, ma preventiva.

La PE non è una modalità d’animazione giovanile, orientata su obiettivi interni di socializzazione e valorizzazione delle capacità e della creatività individuale e di gruppo, ma su obiettivi esterni prestabiliti, socialmente rilevanti (prevenzione sociale).

La Peer Education non è una dismissione dei ruoli degli adulti, ma mette in relazione, in modo diverso, mondo giovanile e mondo adulto, comunicazione orizzontale e comunicazione verticale. Il ruolo degli adulti si ridefinisce parallelamente alla definizione del ruolo dei giovani ragazzi (in questo caso: peer): ovvero un adulto che deve intendersi non tanto mobilitatore diretto dell’azione giovanile, ma piuttosto “operatore laterale” che prepara il terreno ma non interviene direttamente sulle dinamiche.

Gianmaria Ottolini
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