Professionista per gli altri

Le figure professionali che curano la relazione sono diverse, e spesso confinanti tra le stesse competenze.

Un confine da osservare

18/07/2011

I confini tra queste professioni, sebbene apparentemente deboli, sono invece molto marcati a tal punto che il consulente familiare può essere definito opportunamente come un operatore socio-educativo, definizione in cui l’appellativo psicologico non compare affatto senza, per questo motivo, deturpare il consulente di una sua efficace azione ricca di valide strategie e specifiche competenze. Anche chi volesse, invece, mantenere unito al termine counseling l’appellativo psicologico, rischiando secondo la nostra opinione di generare delle confusioni terminologiche, sottolinea con enfasi la sua differenziazione dalla psicoterapia: «Il counseling è un intervento psicologico finalizzato a migliorare il benessere individuale e a incrementare le abilità personali per aumentare il funzionamento adattivo dell’individuo sia a livello personale che interpersonale, perfezionando e implementando la qualità della sua vita. È un intervento d’elezione per il potenziamento, la riorganizzazione e la mobilitazione delle risorse personali e per il fronteggiamento, la risoluzione e il superamento delle situazioni di crisi, non patologiche, siano esse evolutive o accidentali».

Come afferma Annamaria Di Fabio la consulenza è un intervento atto a operare più sulla salute che sulla patologia, infatti, «la prospettiva adottata lo allontana dalla patologia sia perché non si prefigge di operare su quel versante, sia perché non è incline a patologizzare con facilità e si muove in un’ottica che potremmo definire propositiva piuttosto che rimeditativa. Ciò significa che l’intervento sceglie di andare alla ricerca, rispetto alla persona e a quanto essa presenta, non di ciò che non funziona ma di ciò che funziona, focalizzando l’attenzione sulle parti forti piuttosto che su quelle deboli, ricordandosi l’importanza di saper vedere e le potenzialità di una tale visione dell’operatore in termini di rimando nello specchio sociale in cui l’altro si sta guardando attraverso l’intervento […]».

Ecco che appare, dunque, fondamentale definire quelli che sono i confini e i paletti tra una professione e l’altra affinché non ci siano inutili e scomode invasioni di campo. Esiste, tra di esse, una differenziazione di funzioni, di tecniche e di scopi. A tal proposito, per quanto riguarda la psicoterapia, possiamo dire che si differenzia dalla consulenza familiare per l’utilizzo del modello medico-paziente, per la presenza di patologie strutturate particolari, per la durata dell’intervento... Nella tabella 1 si evidenziano alcune particolarità che distinguono queste due professioni.

Ermanno d'onofrio
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