20/05/2010
In età scolare circa il 3% dei bambini può presentare sintomi di dislessia, in pratica un bambino per ogni classe di 30 alunni. I problemi legati alla dislessia, consistono in difficoltà nel leggere, scrivere o fare conti e riguarda bambini che non hanno alcun problema di intelligenza o psicologico. Si tratta di un disturbo dell’apprendimento molto diffuso e sempre più riconoscibile che si può superare e affrontare con le corrette terapie e il ricorso a vari supporti nello studio, sia in classe che in famiglia.
Non in tutte le scuole, tuttavia, gli insegnanti, o l’organizzazione dell’istituto, prevedono l’uso corretto dei rimedi e dei supporti per aiutare chi soffre di dislessia. Ci vorrebbero, inoltre, almeno il doppio degli attuali logopedisti, e le liste d'attesa per chi vuole prenotare una visita, sono di almeno 6 mesi, in qualche caso anche un anno e mezzo. Un vero peccato poiché la diagnosi precoce è fondamentale e per questo se ne parlerà al Congresso nazionale della Federazione logopedisti (Fli), che si apre oggi a Bari e si concluderà il 22 maggio. Questi disturbi, infatti, oltre alle conseguenze sul rendimento scolastico, se non trattati per tempo o nel modo giusto, possono comportare un impatto negativo per l'autostima e la qualità di vita scolastica e familiare del bimbo.
La diagnosi di dislessia avviene generalmente in seconda elementare, quando i bambini iniziano a usare più spesso la lettura e la scrittura. L'Associazione italiana dislessici, insieme agli esperti, ha avviato quindi un progetto con gli insegnanti per riconoscere precocemente i bimbi con problemi di apprendimento. Quello che ancora manca, però, è arrivare rapidamente alla riabilitazione. Da una parte, infatti, i logopedisti italiani sono insufficienti, o non sono professionisti; dall'altra, le liste d'attesa sono lunghissime.
Dossier a cura di Orsola Vetri