Dossier dislessia: come affrontarla

La dislessia è un disturbo dell'apprendimento che colpisce un bambino in ogni classe.

Prove Invalsi: per i bambini dislessici nessun supporto

20/05/2010

Qualche giorno ancora per la consegna al corriere preposto, destinazione Roma, delle schede-risposte anonime degli allievi, e tutte le scuole elementari e medie d'Italia potranno mettere nel cassetto, per quest'anno, le prove di "rilevazione degli apprendimenti" somministrate dall'Invalsi il 6, 11 e 13 maggio (classi II, V elementare, I media). E con esse provare a riporre anche le polemiche che le hanno accompagnate. Cosa non facile per i bambini dislessici, per chi vive sulla propria pelle i disturbi specifici dell'apprendimento: l'’Invalsi, Istituto nazionale per la valutazione, non ha infatti previsto per loro la possibilità di usare pc o altri strumenti compensativi durante le prove, in nome di un'idea di uguaglianza che in questo caso ha penalizzato le persone in difficoltà.

Una leggerezza che l'Istituto, alla luce delle rimostranze di genitori e associazioni, ha provveduto a sanare a test avviati: il 7 maggio, con una nota, si è dichiarato disponibile ad aprire un confronto con l'Associazione italiana dislessia «in vista delle prove del prossimo anno scolastico, in modo che esse si possano svolgere nella massima serenità per tutti gli studenti». 

Strumenti compensativi erano stati previsti per allievi ipovedenti o non vedenti: per loro il diritto ai caratteri ingranditi o al Braille. Anche dislessici, disgrafici e discalculici potranno usare il computer il17 giugno prossimo, a conclusione del primo ciclo di istruzione, quando verranno effettuate le prove di valutazione Invalsi. Ma non in questi test che sono solo di rilevazione, precisa l'Invalsi. La disabilità o i disturbi di apprendimento vengono segnalati nella scheda di ogni alunno e le loro schede-risposte verranno tabulate  a parte. È stata inoltre rimessa al singolo Istituto la decisione di far partecipare o meno gli allievi con certificazione di disabilità. Risultato: molti genitori hanno scelto di tenere i figli a casa e di scrivere nella giustificazione dell'assenza la frase "diritti negati".  

Un milione e ottocentomila ragazzi tra seconda, quinta elementare e prima media hanno sostenuto le prove: gli allievi con disturbi specifici di apprendimento sono il 4-5% della popolazione scolastica. Scrive sempre l'Invalsi nel manuale distribuito ai docenti: "Dall'analisi di tutti i dati raccolti sarà possibile avere un panorama del funzionamento del sistema scolastico nazionale che sia veramente in grado di contribuire al suo miglioramento e alla presa di decisioni di politica educativasu base razionale". Gran peccato che i dislessici non avranno voce nel quadro globale sul livello della scuola italiana. Gran peccato. Perché troppo spesso si dimentica che, ad esempio, Einstain e Galileo erano dislessici.

                                                                                          Maria Gallelli

Dossier a cura di Orsola Vetri
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