Dossier - Verso la fine della scuola

E adesso i figli dove li mandiamo? Se i genitori lavorano e i nonni non possono prendersene cura, i bambini devono essere "parcheggiati" altrove.

Tommaso Montini, pediatra: ogni età ha bisogni diversi

21/04/2010

Tommaso Montini, pediatra e autore di un libro molto gradito dal passaparola tra i genitori, Me lo dici in... bambinese? (Paoline), è molto attento a non dettare sentenze, quando gli si chiede quali consigli darebbe ai genitori sul periodo post-scuola: «Ogni età ha bisogni diversi e differenti sono i contesti familiari. La voce di un cosiddetto esperto potrebbe diventare un ostacolo piuttosto che un aiuto per chi non ha possibilità, o addirittura far nascere nei genitori sensi di colpa. Ma vorrei dire sommessamente che per i piccoli mi piacerebbe che fosse possibile stare sempre vicino alle mamme, anche quando lavorano. La maternità è una ricchezza femminile e non è possibile leggerla come ostacolo! Sarebbe ora che la politica lo considerasse, ma questo ci porterebbe fuori tema...».

Anche le nonne possono regalare quel contatto caloroso?
«La nonna ha sempre avuto un ruolo di supporto molto importante e l'amore per i nipotini è un potente farmaco che allunga e migliora la vita! La famiglia allargata, fatta di fratelli, nonni, zii è stata uno straordinario strumento di sopravvivenza nelle difficoltà».

Non trova che si rischia di caricare ancor più di dubbi e timori i genitori che non possono contare su una rete simile?
«In realtà devono sapere che asili e baby-sitter ben scelti possono essere una soluzione perché con i bambini piccoli, che non hanno la percezione del tempo, conta la qualità del rapporto. Cinque minuti possono valere cinque ore e viceversa. E allora? Care mamme, niente complessi di colpa perché avete lasciato i vostri bambini e, una volta a casa, le vostre coccole e il vostro sorriso siano il segno della giornata».

Quali sono le soluzioni che sconsiglierebbe?
«Non lasciarli davanti alla televisione perché non permette di socializzare, paralizza il bambino in una situazione di totale passività, impedisce il movimento, favorisce il sovrappeso, stanca lo sguardo. per non parlare del contenuto dei programmi. In età scolare il bambino non sta mai fermo e ha bisogno di correre. Quindi, via libera a tutti i campi scuola, oratori, gruppi sportivi... All'età della scuola media, infine, oltre alla socializzazione, al gioco e allo sport, potremmo anche permettere un'esperienza lontano dai genitori se capita la gita del gruppo che conosciamo».

Dossier a cura di Renata Maderna e Orsola Vetri
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