Un Referendum contro le scuole paritarie

Il 26 maggio a Bologna un Referendum per abolire i finanziamenti comunali alle scuole paritarie. Una battaglia ideologica che ignora la realtà dei fatti.

Lo Stato risparmia sei miliardi di euro all'anno

23/05/2013

Le battaglie ideologiche, si sa, sono le più pericolose perché ignorano la realtà dei fatti. È quello che sta succedendo a Bologna dove domenica, 26 maggio i cittadini sono chiamati a votare per un referendum consultivo (l’eventuale vittoria del sì non sarebbe cioè vincolante) che, nelle intenzioni dei promotori, una galassia di micro partitini che vanno dalla sinistra antagonista alla Cgil scuola fino al Movimento 5 Stelle e a Sinistra e libertà di Nichi Vendola, punta ad abolire i finanziamenti comunali (circa un milione di euro l’anno) alle scuole d'infanzia paritarie, in gran parte d’ispirazione cattolica.

I promotori si appellano all’articolo 33 della Costituzione e alla famosa formula «senza oneri per lo Stato». Ma se il sindaco di Bologna decidesse di abolire il finanziamento alle scuole paritarie i costi per il Comune aumenterebbero. Stanziando infatti un milione di euro, pari al 2,8 per cento dei fondi complessivi, il Comune oggi ottiene un servizio che soddisfa il 21 per cento dei bambini bolognesi. Con gli stessi soldi, come ha scritto anche Antonio Polito sul Corriere della Sera, il posto sarebbe garantito solo a un decimo dei 1.736 alunni che frequentano le paritarie convenzionate.
quanto risparmia lo Stato con le scuole paritarie
A livello nazionale il discorso ovviamente non cambia. Lo Stato per ogni allievo della scuola pubblica spende, in media, 6.635 euro; per un allievo della paritaria ne spende 661. Il risparmio per lo Stato, quindi, è di ben 5.794 euro a studente. In totale, fanno 6 miliardi e 334 milioni di euro all’anno. Uno studente di una scuola paritaria dell’infanzia costa allo Stato 584 euro contro i 6.116 euro di una statale. Per le primarie sono 866 euro contro 7.366 euro, per le medie addirittura si scende a 106 euro contro i 7.688 euro Il referendum di Bologna, fortemente ideologico, parte dall’opposizione, erronea, tra scuola pubblica (da sostenere) e scuola privata (che è meglio si mantenga da sola).
In realtà la legge 62 del 2000, voluta dall’allora ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer, afferma che «Il sistema nazionale di istruzione è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali». Quindi, "scuola pubblica" è sia quella statale che quella paritaria.

Antonio Sanfrancesco

Orsola Vetri (a cura di)
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