10/06/2010
Chi può intervenire per fare giustizia in tragedie come quella di Bhopal? Servirebbe una Corte internazionale dell'ambiente. La proposta è dell'Accademia internazionale di Scienze Ambientali , con sede a Venezia, presieduta dal Premio Nobel per la pace, l'argentino Adolfo Perez Esquivel, e dal presidente vicario Antonino Abrami, magistrato della Corte d'Appello Penale veneziana, esperto di diritto ambientale internazionale.
L'Accademia sorta nel 2003, raccoglie scienziati, medici, giuristi, premi Nobel e personalità di alto profilo di diverse nazionalità. Si batte per il riconoscimento del disastro ambientale intenzionale quale crimine contro l'umanità e promuove l'istituzione di una Corte Penale Internazionale dell'Ambiente e di una Corte Penale Europea dell'Ambiente.
“I sopravvissuti di Bhopal non hanno mai ricevuto un risarcimento adeguato. Il sito non è stato ancora bonificato e la gente continua a bere acqua contaminata, con tassi di inquinamento 500 volte superiori ai limiti di legge. Questa tragedia rimane un drammatico esempio di ingiustizia ambientale e di violazione dei diritti fondamentali dell'uomo” denuncia il presidente del Comitato scientifico dell'Accademia Giuseppe Cartei, oncologo di fama internazionale. “Un tribunale mondiale dell'ambiente è necessario per condannare gli autori di crimini come quelli di Bhopal e Chernobyl o dei tanti naufragi petroliferi che hanno inquinato oceani e paesi diversi. Ma serve anche a prevenirli, perché la presenza di una Corte penale internazionale diverrebbe un deterrente per nuovi reati”.
In questi anni numerose istituzioni internazionali ed europee, organizzazioni pubbliche, private e non governative, esponenti della società civile e premi Nobel hanno espresso il loro consenso ai progetti della Accademia. Il Parlamento Europeo ha formalizzato significativi atti diretti alla creazione della Corte Penale Europea a Venezia. Anche la Commissione Europea si è espressa nella medesima direzione.
Dossier a cura di Gabriele Salari