21/01/2011
Gianni De Gennaro, ex capo della Polizia, attualmente ai vertici dei servizi segreti.
Sono state introdotte all’ultimo momento, alla chetichella. Piccole
varianti al testo, nella migliore delle tradizioni italiane delle
leggine camuffate e inserite all’ultimo istante per farle passare
inosservate. Le aggiunte sono state inserite giusto alla vigilia del
voto in aula, all’interno del Decreto legge 187 del 12 novembre 2010,
dal titolo “Misure urgenti in materia di sicurezza”, al Capo 1: “Misure
per gli impianti sportivi”.
Ben camuffata, l’aggiuntina.
Occorre andare all’articolo “2 bis”, dall’innocuo titolo “Fondo di
solidarietà civile”. Che dice: «A favore delle vittime di reati commessi
in occasione o a causa di manifestazioni sportive ovvero di
manifestazioni di diversa natura, è istituito, presso il Ministero
dell’interno, il Fondo di solidarietà civile». L’aggiuntina è nelle
parole: «ovvero di manifestazioni di diversa natura».
Non sportive, quindi? E allora di quale natura?
Il testo non lo dice. Né lo specifica in seguito. Il Decreto legge,
dopo aver chiarito che tale Fondo di solidarietà serve a risarcire –
nella misura del 30 per cento – «a) le vittime di reati commessi con
l’uso della violenza su persone o cose in occasione o a causa di
manifestazioni sportive e dei soggetti danneggiati dagli stessi reati»,
inserisce la seconda magistrale chiosa: «Il Fondo, nell’ambito delle
risorse annualmente disponibili, provvede nella misura del 70 per cento,
a interventi di solidarietà civile nei confronti delle vittime di
azioni delittuose avvenute in occasione o a causa di manifestazioni
diverse da quelle di cui alla lettera a), per le quali la vigente
normativa non prevede altre provvidenze, comunque denominate, a carico
del bilancio dello Stato» e «finalizzato anche alla definizione
transattiva di liti concernenti il risarcimento dei danni alla persona e
l’eventuale pagamento delle somme disposte dal giudice».
Infine, terza e ultima variazione del testo, il Decreto specifica che
«All’elargizione delle somme e agli interventi di cui al comma 2 (cioè i
risarcimenti per le manifestazioni non sportive, ndr), nonché
all’individuazione delle modalità relative all’esercizio del diritto di
rivalsa o all’eventuale rinuncia ad esso, provvede il Ministero
dell’interno».
Ecco fatto. Risolto il problema. Con queste poche frasi è stato
ritagliato un abito su misura. Per cosa? Per i risarcimenti legati alle
violenze di Genova 2001, in occasione del Forum sociale mondiale. I
processi per i fatti avvenuti all’interno della caserma Bolzaneto e per
l’irruzione notturna alla scuola Diaz hanno portato alla condanna, nel corso del 2009 e 2010, di oltre settanta agenti e dirigenti della Polizia di Stato,
nonché alla condanna per falsa testimonianza dell’ex responsabile della
Digos ligure Spartaco Mortola e dell’ex capo della Polizia Gianni De
Gennaro (oggi al vertice dei Servizi segreti).
Sentenze che sono giunte al secondo grado di giudizio (si attende
l’esame della Cassazione) e che complessivamente comportano risarcimenti
alle vittime delle violenze e spese processuali per diversi milioni di
euro.
Lo Stato aveva già provveduto a ricollocarli tutti (diversi dei quali
all’interno dei Servizi di sicurezza). Con la manciata di righe dedicate
alle “misure per gli impianti sportivi” ha risolto anche il problema
rimasto aperto: il denaro che avrebbero dovuto risarcire, le spese
legali, gli oneri collegati alle condanne.
Somme che avrebbero dovuto pagare i colpevoli. E che invece pagheranno in gran parte tutti i cittadini italiani.
Insomma, sembra tutto sistemato. Giusto in vista del decennale che fra
pochi mesi ricorderà i drammatici giorni di Genova. E – non
dimentichiamolo – la morte di un giovane: Carlo Giuliani.
Luciano Scalettari