I dolori del giovane Obama

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Repubblicani: il fattore Palin

14/10/2011
Sarah Palin
Sarah Palin

Nove candidati, l’uno contro l’altro armato, nessuno per il momento in grado di conquistare i favori del pubblico, si battono in casa repubblicana per convincere gli elettori d’avere le carte in regola per mandare Obama a casa.   

     Con Sara Palin fuori gioco, i nove candidati si stanno dando anche un gran da fare per ottenere l’approvazione e conseguenti voti dei sostenitori dell’ex governatrice dell’Alaska. Da quando si è ritirata dalla competizione, la donna che molte elettrici repubblicane continuano a volere come Presidente perchè rappresenta l’immagine di ciò in cui loro credono, ha già lanciato i suoi strali contro tre candidati.   
 
     Nel corso di un comizio in Massachussetts, dove Mitt Romney è stato eccellente governatore dal 2003 al 2007, Sara Palin ha letteralmente fatto a pezzi la legge sulla sanità messa in atto nel 2006. In un intervento in Iowa davanti a adoranti attivisti del Tea Party, Sara Palin ha poi attaccato Rick Perry accusandolo d’ avere concesso, come governatore in Texas, molti favori a chi aveva contribuito alla sua campagna elettorale.     Quando Herman Cain ha inaspettatamente vinto lo straw poll in Florida, l’ex governatrice dell'Alaska ha liquidato la vittoria con la frase "E’ il sapore di turno della settimana".

    Probabilmente la Palin, che ha ancora in mano i voti del Tea Party, non concederà facilmente il suo appoggio perchè è ben conscia che è una carta vincente da scambiare ad alto prezzo. Una buona maggioranza dei 90 candidati da lei sostenuti nelle elezioni di Mid Term siedono infatti adesso al Congresso.   

     Dopo l’annuncio che non si sarebbe candidata, Sara Palin ha chiesto agli elettori di non perdere di vista l’obiettivo finale, quello di sconfiggere Obama, poi ha ammesso che i nove candidati la stanno corteggiando. "Voglio sentire", ha detto, "cosa hanno in mente e magari aiutarli a definire il loro messaggio per far si che la nomination vada al candidato migliore”.  

    In campo democratico intanto, mentre chi potrebbe sulla carta ottenere i voti non osa candidarsi perché sarebbe un segno di debolezza del partito che porta alla sconfitta, due “senza speranza” sono scesi in campo:  Randall Terry del Movimento per la vita di New York e Warren Mosler un uomo d’ affari del Connecticut hanno ufficialmente sfidato la candidatura di Obama.       

Mariuccia Chiantaretto
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