22/10/2011
I Giardini botanici Hambury di Ventimiglia.
I musei scientifici italiani, che spesso trascuriamo, sono ricchi di storia. Basti pensare che possiamo vantare il più antico museo scientifico d'Europa, ovvero il museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze “La Specola”, che fu fondato dal Granduca Pietro Leopoldo di Lorena e venne aperto al pubblico nel 1775.
Un secolo dopo, a Napoli, apre l’acquario della stazione zoologica Anton Dohrn, costruito da un famoso ingegnere inglese nel 1874, ad oggi l’unica testimonianza al mondo di Acquario ottocentesco ancora funzionante. A Napoli raccontano che durante la costruzione dell’edificio la gente incuriosita chiedesse ai commercianti del posto che cosa si stesse realizzando: “sopra faranno una piccola Università, sotto una pescheria”. Non è andata proprio così.
I giardini botanici di Hanbury (Ventimiglia) agli inizi del ‘900 furono visitati da quasi tutti i reali: Vittorio Emanuele, Edoardo VII d'Inghilterra, l'imperatore Federico di Prussia, l'imperatrice Eugenia di Francia, la regina di Svezia Sophie. La regina Vittoria ne dipingeva estasiata le vedute e le lucciole. Hanno ospitato Winston Churchill e l’incontro fra Benito Mussolini e Francisco Franco, che qui decise di non coinvolgere la Spagna nella seconda guerra mondiale.
La stessa parola “geologia” è nata a Bologna dalla mente fervida del naturalista Ulisse Aldrovandi (1522-1605) e infatti la prima documentazione scritta di tale parola si trova nel suo testamento del 1603. Peccato che negli anni questa scienza – nobilitata anche da Quintino Sella che nel 1873 fonderà il Servizio geologico – verrà sempre meno tenuta nella giusta considerazione dalla politica, con il risultato di frane e alluvioni che conosciamo.
I musei però resistono, come il museo geologico di Palermo che conserva
una goccia d’acqua del Mediterraneo di 5 milioni di anni fa, contenuta
in un cristallo di gesso.
Il più antico vertebrato sinora rinvenuto nelle Alpi Meridionali: il
Tridentinosaurus antiquus, risalente a più di 250 milioni di anni fa è
di casa al museo di Geologia e Paleontologia di Padova. Lo stesso museo (ma anche il Cappellini di Bologna) ospita i pesci
fossili di Bolca, vero e proprio mare tropicale nel Veronese in cui 53
milioni di anni fa nuotavano gli squali e i cui numerosi reperti
arricchiscono le collezioni dei musei del nord.
Potremmo continuare all'infinito perché la ricchezza dei nostri musei è
infinita e questo fine settimana grazie all'iniziativa “Biodiversamente”
possiamo scoprirla.
Qualche suggerimento ancora, dunque: al museo del Cielo e della terra
di Persicelo, in provincia di Bologna, possiamo vedere una collezione di
850 meteoriti provenienti da tutto il mondo, tra cui uno lunare. Un
ricordino di quando il mare occupava la pianura padana è la balena
Valentina, risalente a 3,5 milioni di anni fa, che si trova ora ai Musei
Civici di Reggio Emilia.
Lo scheletro dell’elefante indiano che Carlo di Borbone ottenne nel 1742
dal sultano turco ottomano Maometto (fu tenuto nella Reggia di Portici e
sopravvisse fino al 1756) si trova ora al museo di Paleontologia di
Napoli. Chi ama raccogliere conchiglie, poi, può anche impazzire al
museo Civico di Zoologia di Roma dove ne sono esposte addirittura un
milione.
Gabriele Salari